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Suicidio in carcere: giovane romeno si impicca a Venezia

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Un ragazzo romeno di 19 anni si è tolto la vita ieri sera nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore, impiccandosi nelle docce.

Il giovane, residente ad Appiano Gentile (Como), in Italia da 14 anni, era stato arrestato il 31 dicembre dai carabinieri di Como in esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare per reati contro il patrimonio.

Bloccato nel veneziano, era stato affidato all’istituto di pena di Santa Maria Maggiore, dove sabato era stato sentito dal gip. La Procura di Venezia ha disposto accertamenti, incaricando i carabinieri delle indagini, per verificare eventuali responsabilità.

Il giovane romeno suicida si è tolto la vita nella doccia della cella, in un momento in cui i due compagni che dividevano con lui lo spazio non lo potevano vedere.

La procura lagunare tende ad escludere la responsabilità di terze persone sull’accaduto. Il giovane, secondo quanto saputo, sperava nella concessione degli arresti domiciliari, concessione di competenza della Procura di Como.

Monica Manin

[05/01/2015]

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  1. Care amiche, cari amici,

    mi è sparito un articolo che aveva cercato di dire le cose che avevo in testa.
    Ora voglio dire rispetto l’articolo di Monica Manin, che anche il giorno di Natale due persone si sono suicidate in carcere.
    Il grido muto del dolore dovrebbe attraversare le nostre coscienze.
    Chissà quanto bisogno della nostra attenzione quelle persone avrebbero avuto.
    Ci limitiamo a constatare la nostra debolezza e un indicibile senso di perdita della nostra umanità.
    Nulla sappiamo di quei pensieri ‘ultimi’ che hanno inflitto il cuore e la mente di chi aveva deciso di morire, forse non per scelta, ma per necessità.
    Per rispondere a quella domanda che frulla in testa davanti a queste notizie: “Ma noi possiamo dire, fare qualcosa per arginare la disperazione di chi, pur con le sue responsabilità ha diritto ad essere considerato “un uomo?”
    Per rispondere a questa domanda inoltriamo una domanda ulteriore: Ci importa di “loro”?

    Andreina Corso

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