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Studentessa bendata in dad, si levano le proteste: gesto del professore inopportuno

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Studentessa bendata durante le lezioni di didattica a distanza.
Una studentessa di 15 anni di secondo liceo, interrogata in tedesco – come raccontano Repubblica e Il Corriere del Veneto -, se la cava bene durante l’interrogazione, ma è forse un po’ troppo preparata, se così si può dire.
Così alla sua insegnante viene il dubbio che stia leggendo dai libri.
In questi mesi i professori hanno imparato a riconoscere i trucchi usati dagli studenti, che oggettivamente sono stati tanti e fantasiosi: suggeritori nascosti nelle camere, appunti e libri sbirciati sotto la tastiera se non anche finte interruzioni di linea quando non sapevano cosa rispondere. Così la docente ha chiesto alla studentessa di bendarsi gli occhi e la ragazza lo ha fatto sotto lo sguardo imbarazzato dei compagni collegati.
Ma la notizia del gesto è rimbalzata prima sulle chat, poi tra gli adulti infine è arrivata alla stampa.
L’Ufficio scolastico regionale del Veneto ha oggi avviato accertamenti.
Individuato l’istituto, la direttrice scolastica Carmela Palumbo ha contattato il dirigente che ha sentito i ragazzi e i docenti, per ricostruire l’accaduto ed eventualmente prendere provvedimenti.
“In questo momento – ha detto la direttrice Palumbo all’ANSA – non possiamo esprimere giudizi su un episodio che pare un eccesso di zelo che ha portato a un comportamento discutibile, scaturito dalla difficoltà a gestire in dad la situazione delle verifiche”, ha concluso.
Dopo l’episodio del liceo di Verona: “un sacco di studenti ci ha scritto: chi interrogato con il viso contro al muro, chi con le mani alzate, chi con il viso schiacciato sullo schermo. Sembra che un voto valga più della dignità e dell’apprendimento di ciascuno di noi” sostiene in una nota Camilla Velotta, coordinatrice della Rete degli studenti Medi di Verona.
“Situazioni vergognose – prosegue Velotta – frutto di un sistema di valutazione che denunciamo da anni. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso, vanno presi dei provvedimenti immediati per i docenti in questione ma soprattutto

va rimesso in dubbio l’intero sistema-scuola che, durante la dad, ha reso manifeste a tutti le sue carenze strutturali”.
Secondo Lorenzo Baronti, della Rete degli Studenti medi di Verona, allievo dell’istituto dove si è verificato l’episodio “non è la prima docente che, durante le lezioni in didattica a distanza, decide di instaurare un clima del tutto inadatto per la nostra crescita e formazione.
La Didattica a distanza è già di per se un sistema fallace, che allontana lo studente dalla scuola e dal resto della comunità studentesca, non può diventare un pretesto per azioni intimidatorie nei confronti di chi sta sostenendo una prova di valutazione”.
L’episodio non è stato gradito nemmeno dalla sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia (M5s).
“La cultura del sospetto non rientra tra gli obiettivi della scuola: Il gesto della professoressa mi sembra eccessivo ed inopportuno. Abbraccio la studentessa e le invio la mia solidarietà”, ha detto.
Più cauto il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega). “Credo si tratti di un episodio isolato, che giustamente andrà approfondito dalla dirigenza dell’istituto”.
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni

ha biasimato il gesto e annunciato una interrogazione.
Per l’Unione degli studenti è un episodio inaccettabile. Tempo fa, hanno ricordato, “lanciammo la Carta dei diritti delle studentesse e degli studenti in DAD, che puntava a evitare il ricrearsi di queste situazioni. Il fatto che a un anno dall’inizio della pandemia continuino a verificarsi, rende ancor più necessario e urgente la messa in campo di strumenti di tutela per gli studenti. Il ministro dell’Istruzione ci ascolti!”, ha affermato Luca Redolfi che guida l’Uds.
Non è la prima volta che un docente chiede agli studenti di bendarsi per evitare suggerimenti: a fine ottobre scorso a Scafati, in Campania, durante una interrogazione di Latino e Greco, una docente aveva chiesto ai ragazzi collegati di mettere una benda sugli occhi per evitare di sbirciare dal libro di testo e dagli appunti suscitando l’ira degli studenti.

(foto da archivio)

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