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Smetto quando voglio (ma anche no) di Riccardo Pozzoli – Usare consapevolmente i social media

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C’è chi li ama alla follia e ne fa un uso smodato. Chi li detesta e pensa siano la causa di tutti i mali della società. Chi non ammetterà mai di esserne dipendente, chi ci bazzica ma non si espone, chi ci si diverte e basta. Nessun tipo di locali strani, bensì luoghi di aggregazione e non: i social media.
Riccardo Pozzoli, startupper ed imprenditore, ha deciso con ”Smetto quando voglio (ma anche no)” (De Agostini, pagg. 224, €16), di riflettere proprio su questo nuovo mondo, di sottolinearne gli aspetti psico-fisici che hanno cambiato l’uomo moderno, i loro pro e i loro contro.

Oggi ci serviamo dei social per rendere pubblici dettagli anche intimi delle nostre vite, per tenerci aggiornati, informarci, fare acquisti, e purtroppo anche per litigare, invidiare vite altrui apparentemente perfette, farci sfruttare dalle aziende e farci ingannare dai politici, fino a casi estremi di bullismo e persecuzioni. È comprensibile che, insieme alla diffusione dei social, aumenti la preoccupazione per i loro risvolti negativi.
Il “benessere digitale”, il cosiddetto detox, è un’esigenza così spesso sentita ormai, che vengono proposte soluzioni drastiche (e irrealistiche) come chiudere i propri account e sottoporsi a una vera propria dieta digitale. Riccardo Pozzoli, propone un approccio molto più fresco semplice: in 21 giorni, si può imparare a incorporare in modo consapevole i social nella nostra vita quotidiana, senza permettere che ce la rovinino ma, anzi, cogliendone i vantaggi.

Partendo da un articolo del giugno 2011 di Reid Hoffman (co-fondatore di Linkedin) sul Wall Street Journal, che affermava come i social facciano leva sui sette vizi capitali, l’autore è andato più a fondo, ha riflettuto proprio sugli effetti positivi e negativi dei nuovi canali di comunicazione: si possono usare in modo virtuoso, liberandoci delle brutte abitudini distruttive.

Si inizia con l’avarizia, intesa come chi nei social ci bazzica solo per curiosare e non è utente attivo, chi invece è sempre lì a commentare e criticare, la cosa importante è capire che la responsabilità che sta dietro al proprio comportamento sui social, la netiquette. Ad ogni azione corrisponde una reazione, lo sa bene anche chi è invidioso (altro vizio), chi parla o posta infangando un’altra persona e si scatena, molte volte arrabbiandosi (ecco che si parla di Ira, un altro vizio).

La Gola, è invece collegato a tutti i tipi di account social che mostrano cibo, accompagnati da hashtag come #foodporn #foodorgasm ecc, seguito dalla Superbia, quando spesso mostriamo ciò che vorremmo essere, più per gli altri che per noi stessi. In penultima ed ultima posizione, troviamo la Lussuria intesa come esibizionismo e libertà ed infine l’Accidia, il più metafisico dei vizi, che annulla la vita reale e fa prevalere quella virtuale.

Riccardo Pozzoli, riflettendo proprio su tutti questi aspetti, mettendo in evidenza prima l’aspetto negativo e poi positivo di ogni vizio, crea una sorta di guida per un buon uso dei social media, ma non solo, un saggio che mette tutti di fronte alla realtà del 2019: bene o male, i social fanno parte del nostro presente e futuro, sembra proprio necessario usarli.

Un libro che tutti dovrebbero leggere, sia chi sui social media ci sta poco, sia chi non ne capisce nulla, chi si rifiuta di farne parte, ma soprattutto chi nella vita apprezza la qualità, in tutto e per tutto. Perché la morale, se così si può chiamare, di Smetto quando voglio (ma anche no) è che il mondo del web e di tutti questi canali di comunicazione è infinito, così come sono infiniti i modi per sfruttarlo al meglio e soprattutto in modo consapevole.

Alice Bianco

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