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Situazione Covid in Italia: aumentano casi, ricoveri rallentano

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Situazione Covid in Italia: aumentano i casi (dati di martedì) mentre rallentano i ricoveri.
Aumentano innegabilmente i casi di Covid-19 in Italia e la situazione generale dell’epidemia è definita in una fase di “grande incertezza”, come l’ha chiamata il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma.
I dati del ministero della Salute indicano che i casi positivi sono aumentati del 14% in 24 ore, passando a 14.242 da 12.532, a fronte di 141.641 tamponi eseguiti (contro i 91.656 di 24 ore prima).
Di conseguenza il rapporto fra casi positivi e tamponi è tornato al 10,05%, in calo del 25% rispetto al 13,6% del giorno precedente.
Alto però sempre il numero dei decessi, 616, il 38% in più rispetto ai 448 del giorno precedente.
Il bilancio dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva resta sostanzialmente stazionario, con un bilancio di sei pazienti in meno in 24 ore, nel saldo tra ingressi e uscite (sulle quali influiscono però i morti).
I nuovi ingressi sono stati 196, per un totale di 2.636.
I ricoverati con sintomi

nei reparti ordinari sono aumentati di 109 unità, portando il totale a 23.712.
In isolamento domiciliare ci sono 543.692 persone, 6.042 in meno di ieri.
“Complessivamente il numero delle persone ospedalizzate o in terapia intensiva è di fatto costante da 20 giorni, con piccole oscillazioni negli ultimi 20 giorni”, osserva Parisi.
Senza dubbio, secondo l’esperto “siamo in una situazione ancora molto difficile, con circa 2.500 ricoverati nelle unità di terapia intensiva, e non possiamo permetterci un raddoppio”.
Senza contare il fatto, aggiunge, che “tutti i servizi sanitari non Covid si sono gravemente ridotti”.
Quanto ai casi, secondo Parisi ultimamente si nota un aumento rispetto al periodo precedente al Natale, “ma non è chiaro – rileva – quanto questo sia legato al numero dei tamponi eseguiti”.
Tra le regioni, dopo un breve intervallo il Veneto risale al primo posto, con 2.134 nuovi casi in 24 ore.
Al secondo posto la Sicilia, con 1.913 casi.
Poi Emilia Romagna (1.563), Lazio (1.381), Puglia (1.261) e Lombardia (1.146).
Anche in questo caso, secondo Parisi:

“la situazione è più o meno costante, con situazioni che cambiano molto da regione a regione. Una delle principali ragioni di incertezza, osserva, è nel fatto che “a volte regioni che sono state rosse stanno meglio di quelle che sono rimaste gialle“.
Si nota, per esempio, un grande aumento di casi in Sicilia, mentre in Lombardia la situazione è molto migliorata. In alcuni casi, insomma, “essere stati gialli non ha molto aiutato”.
La speranza, secondo il fisico, è che “la situazione generale possa migliorare con l’inizio delle vaccinazioni: una volta che medici e personale sanitario saranno vaccinati, gli ospedali potranno essere più sicuri e dai primi di febbraio mi auguro di vedere riduzione dei casi fra gli operatori sanitari”.
Restano però delle incognite, aggiunge, perché:

“nessuno sa bene quanto la propagazione del virus dipenda dalle condizioni atmosferiche: stiamo entrando in un periodo freddo che potrebbe influire sulla circolazione del virus e c’è anche il punto interrogativo su quanto incida effettivamente la variante inglese del virus SarsCoV2.
“In Italia, come in altri Paesi europei, non abbiamo l’abitudine di fare le sequenze dell’Rna virale, ma senza queste informazioni la situazione non può essere chiara: una cosa è dire che abbiamo trovato dei casi e una cosa è dire in quanta percentuale della popolazione è diffusa la variante”.

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