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Il sindaco elimina i “libretti gender”, discriminazione a Venezia

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Egregio signor Sindaco,
prendo atto della sua impellente necessità – prima ancora di formare la giunta – di predisporre il ritiro dalle scuole degli opuscoli informativi impropriamente denominati “libretti gender”.
Fingo stupore nell’apprendere che Lei si pone in continuità con la posizione assunta da tutta la destra politica, compresa quella del PD, che attraverso il Ministro Giannini ha assunto l’impegno di impedire che nelle scuole italiane si svolgano corsi di educazione al rispetto contro la violenza di genere.
Lei, come l’attuale governo di destra, si fa portavoce di una ideologia politica che contrasta l’art. 3 della Costituzione, e la vostra ideologia è il terreno fertile per far nascere quella becera omofobia che dilaga e che ci allontana dal modello di società civile che vogliamo.

La sua intolleranza nei confronti di chi vive la sessualità in maniera diversa da come Lei la concepisce, evidenzia una pericolosa deriva resa ancora più grave dal fatto che Lei è un rappresentante delle istituzioni e che il suo agire non può porsi nel disprezzo della Carta Costituzionale oltre che dei Diritti universali della persona.
Appare fin troppo evidente la Sua negazione per tutto ciò che non appartiene al concetto di famiglia naturale come da Lei intesa, naturalmente definita dai suoi valori cristiani.
Abusando del suo ruolo, cerca di imporre il suo personale pensiero attraverso una iniziativa istituzionale.

Con il suo comportamento ha intrapreso una azione discriminatoria nei confronti di tutto il mondo LGBT, e in generale nei confronti di coloro che non fondano il proprio vivere quotidiano su valori di matrice cristiano-cattolica.
Diversamente il progetto anti-omofobia avviato nelle scuole e denominato “Educare alla diversità”, ha come finalità, l’educare il bimbo e l’adolescente ad una sana sessualità, e attraverso metodologie differenti cerca di affrontare la sessualità senza pregiudizi di matrice religiosa, mirando perciò alla prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

Leggendo le sue dichiarazioni “[…] Nessun bambino sarà discriminato o trattato diversamente, nella loro casa potranno esserci papà 1 e papà 2, mamma 1 e mamma 2 e sarà certamente incoraggiata qualsiasi integrazione, ma va riconosciuta la maggioranza delle persone che hanno una mamma e un papà […]”, appare fin troppo evidente la sua posizione discriminatoria, cavallo di battaglia inconfondibile di chi propone uno stato etico, l’espressione più degradante del pensiero fascista.

Lo Stato etico è il crimine dei crimini, è un modello di regole morali alle quali è obbligatorio uniformarsi.
E’ la matrice dittatoriale per eccellenza.
Lo Stato etico incarna il desiderio di tutti gli uomini ( e di tutti i governi) di sottomettere gli altri al proprio ideale.
Purtroppo i cittadini di Venezia hanno sprecato un’occasione: la Sua utilità politica nell’interesse di una città proiettata verso il progresso, è pari a zero.
Democrazia Atea non starà a guardare, e, come sempre sarà in prima linea nella difesa dei diritti umani.

Ciro Verrati
Segretario Provinciale Democrazia Atea – Agorà di Venezia

28/06/2015

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