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Tassista stuprata a Roma, arrestato responsabile, ha confessato

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Simone Borgese ha violentato tassista arrestato

Simone Borgese, 30 anni di Roma, ha confessato di essere lo stupratore e rapinatore della tassista 43enne, che si trovava in servizio ed è rimasta vittima del suo raptus compiutosi in zona Ponte Galeria, nella periferia della capitale, tre giorni fa.
Simone Borgese lo hanno riconosciuto in tanti, anche grazie al suo profilo Facebook, in cui appariva sorridente in moltissime foto a fianco della sua piccola figlia di 7 anni. Ora quel profilo è stato chiuso: troppi insulti e minacce a quel giovane cameriere trentenne reo confesso della violenza sessuale su una tassista nelle campagne della Piana del Sole, fra Roma e Fiumicino. «Infame schifoso», «bastardo, anche tu sei un padre di famiglia» tanto per citare alcuni commenti, tra i tantissimi molto più pesanti. Così la decisione di farlo sparire dal web, anche per la necessità di proteggere la bambina.

Alla Piana del Sole, vicino a Ponte Galeria, dove Borgese abita con i nonni in una villetta, la notizia è esplosa come una bomba.
Simone ha confessato la violenza sessuale, sono stati però gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Eugenio Albamonte, dopo serrate indagini, a scoprire l’identikit dell’uomo, individuato e fermato nel tardo pomeriggio di ieri.
“Ho avuto un raptus e l’ho aggredita”, le parole di conferma del 30enne.
Borgese, che è separato con una bimba, è stato messo davanti alle sue responsabilità anche grazie al riconoscimento della sua vittima tra le foto segnaletiche che le venivano mostrate dagli inquirenti. L’uomo ha quindi confessato raccontando tutto nei minimi particolari.

Il quadro del violentatore è fatto anche di difficoltà sociali: «Mi sono separato qualche mese fa, questo fatto mi ha scombussolato, da allora non sono più lo stesso. Penso che così siano cominciati i miei problemi. Non ho un euro. Per un po’ ho anche dormito in macchina, poi — come la notte prima dello stupro — a casa di amici» ha dichiarato. Nei due giorni in cui i poliziotti lo tenevano sotto controllo, Borgese ha sempre girato in autobus. Forse anche perché le tre volte in cui ha preso il taxi non l’ha mai pagato e si è beccato una denuncia.

La tassista violentata ha raccontato di essere stata aggredita proprio mentre aspettava il pagamento della corsa. Arrivati vicino a casa, l’uomo ha spiegato alla tassista di non avere i soldi per pagare la corsa ma, a garanzia del futuro pagamento, aveva fornito il numero del suo cellulare (altro dettaglio che ha permesso agli inquirenti di risalire a lui).
Poi, preso dal panico, l’avrebbe prima stordita con un pugno poi violentata e rapinata degli 80 euro d’incasso, dandosi poi alla fuga a piedi.

Redazione

12/05/2015

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