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Si fa presto a dire – L’emozione di una vita a Venezia

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Si fa presto a dire - L'emozione di una vita a Venezia

Perché alla fine, a Venezia non ci si perde mai. E’ una città che non ti tradisce, devi solo avere un po’ di pazienza e adeguarti ai suoi ritmi.

A volte i libri più piccoli, più brevi, quelli lontani dall’occhio in libreria, possono nascondere gioiellini che ti emozionano e ti riportano con la mente nei luoghi e nei profumi del tuo passato. Questo è stato il caso di “Si fa presto a dire” di Sandro Ferrieri, edito da Manni, e ci fa volare nella Venezia che fu dove Jacopo vive fra i giochi in laguna, fra barene e canneti, con i quattro fratelli e gli amici di scuola, le storie inventate dal nonno e la passione per il mare, il tutto su uno sfondo lontano dalle cartoline, dove spiccano l’Isola della Giudecca e le calli e Punta della Dogana, ma anche le ciminiere di Marghera e gli scioperi degli operai.

Per chi è cresciuto a Venezia, ma non solo, il libro di Ferrieri si trasforma in una sorta di pop up, dove le calli, le zone, fuoriescono dal libro, creando immagini tridimensionali, emozionanti e legate ad un passato che chi ha vissuto a Venezia può sentire vivo e pulsante. I campielli, le marachelle, le corse contro il vento tanto non ci sono macchine che possono tirarti sotto, le case dei nonni e quelle delle zie, le distese infinite di acqua che fanno sognare.

“Si fa presto a dire” è un libro emozionante, incalzante e vero, un neorealismo letterario vivace e avvolgente, che prende il lettore per mano e ti fa sentire ognuno dei personaggi vicino. E tu da voyeur con i piedi nel 2000 osservi la vita di Jacopo e delle persone che gli ruotano attorno; c’è tanta gioia, ma anche il dolore arriva come una stilettata in pieno petto. Un Salinger moderno, un “Giovane Holden” veneziano che spicca tra gli odori di una Venezia lontana eppure poi non così diversa da quella attuale, una città magica che pulsa(va) dei bambini che, invece di stare davanti alla televisione o ai videogame, correvano nei campielli.

Ma Ferrieri racconta anche vita vissuta, una realtà che, purtroppo, molti vivono sulla loro pelle tutt’ora, quella della mancanza di lavoro e della lotta per i propri diritti. In un capitolo intenso, quanto commovente, attraverso una prosa sentita e partecipe e attraverso gli occhi di Jacopo, veniamo catapultati in mondo che stride con la spensieratezza dei capitoli precedenti, ma snodo assolutamente fondamentale per segnare il passaggio dalla fanciullezza adolescenziale all’età adulta.

“Si fa presto a dire” è una piccola grande opera, emozionante e partecipata, che ogni veneziano (e non solo) dovrebbe leggere per farsi ritrasportare tra i profumi, i suoni e colori del proprio passato.

Sara Prian

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