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Per far ripartire il Paese anche l’idea di abbassare l’ Iva

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Anche Conte cede: prime riaperture dal 27/04

E’ il momento per “reinventare l’Italia” perché sia “moderna, sostenibile, inclusiva, verde”. Ma anche di pensare a misure concrete per far fronte all’emergenza come l’ipotesi di “abbassare un po’ l’Iva”.

Il premier Giuseppe Conte conclude, dopo 82 incontri, gli stati generali dell’economia. E guarda lontano, con la confidenza di chi si sente “più forte” e “fiducioso” di concludere la legislatura. Ma nell’immediato parla di una settimana “decisiva” per calare le proposte di parti sociali, società civile, intellettuali, in input politici.

Saranno convocati i ministri, la maggioranza e l’opposizione, che però non accetta l’ipotesi di inviti separati da parte del premier.

Conte tratteggia le direttrici delle proposte e conferma come imminente un nuovo scostamento di bilancio, con risorse in deficit.

Proseguire sulla strada del taglio del cuneo fiscale disposto dall’ultima manovra, che parte a luglio, “è la direttrice giusta”. Una “soluzione chiara” arriverà “a breve”, promette, anche su Aspi.

Nel mezzo della crisi più dura, di fronte alla sollecitazione di un operatore turistico di Cesena, il premier Giuseppe Conte riapre il cantiere dell’imposta sui consumi.

Parla di una discussione aperta, nulla ancora di deciso anche perché “è una misura costosa”: almeno 10 miliardi, secondo alcune stime che circolano nel governo. Ma non solo darebbe, osserva il premier, “una spinta alla ripresa dei consumi”, ma anche un messaggio “di fiducia”.

Mentre tra le misure concrete che vuole portare avanti, il premier cita “un progetto”, proposto dalla Business School, “di un voucher per 500 donne l’anno che aspirano a diventare manager”.

E’ la giornata finale degli stati generali dell’economia e il premier mette in fila gli input e le proposte (“non c’è stata nessuna passerella”) ricevute per il piano di rilancio che costituirà l’ossatura del Recovery plan che l’Italia presenterà a settembre all’Europa.

In settimana, per elaborare un programma più articolato, Conte convocherà la maggioranza e anche l’opposizione, vista l’apertura di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, a sedere al tavolo: dice di volerli chiamare uno ad uno per “evitare confusione e passerelle”.

Ma fonti della Lega rispondono per tutti: “Il centrodestra è unito e non bisogna perdere tempo, se le intenzioni di Conte saranno finalmente serie, il centrodestra si presenterà insieme”.

Si tratta ora di trasformare i nove capitoli con cui il premier si è presentato agli stati generali dell’economia in proposte concrete e condivise. Operazione non facile anche all’interno della maggioranza.

E che, avverte il premier, rischia di scontentare qualcuno, a partire da Confindustria, perché ben vengano le proposte di Carlo Bonomi ma “il governo deve farsi carico degli interessi di tutto il Paese, è normale che si punti su alcune misure su cui Confindustria possa non convergere”.

Per il prossimo Consiglio dei ministri, nel quale è atteso il piano nazionale delle riforme, Conte intende portare il decreto semplificazioni, anche se il modello Genova per lo sblocco dei cantieri che viene evocato anche a Palazzo Chigi, poco piace al Pd.

E poi c’è il nuovo scostamento di bilancio che potrebbe servire a finanziare in deficit misure come la cassa integrazione e i fondi ai comuni. Le risorse, insistono Pd e Iv, vanno reperite anche attraverso il Mes.

Ma il M5s sul punto non molla. Il premier si sente “rafforzato” dagli stati generali e assicura che lo è anche il governo. E prova a sminare le tensioni crescenti nella maggioranza: “Zingaretti ha le idee chiare ed è consapevole del momento”, dice a fronte degli attacchi del sindaco di Bergamo Giorgio Gori al segretario dem.

Su un tema che il Pd chiede di chiudere al più presto, Autostrade, Conte dice che la proposta attuale “non è accettabile ma se arrivasse un’altra proposta la prenderemmo in considerazione. Atlantia ha richiesto una soluzione chiara e noi come governo abbiamo il dovere di dare nei prossimo giorni una soluzione chiara”. Ma vuole guardare lungo, il presidente del Consiglio, coltivando “il dialogo”.

Riceve cantanti, artisti e intellettuali, con Elisa che canta Luce e Monica Guerritore che cita il Dante di “tornammo a riveder le stelle”. E cita una frase di Alessandro Baricco: “Abbiamo aperto all’impossibile il panorama della nostra mente, allargato all’impensabile il raggio della nostra azione. Non è affatto sufficiente riformare il Paese, dobbiamo reinventare il Paese”.

LA RIDUZIONE DELL’IVA

Abbassare l’Iva per far ripartire i consumi. Questa ipotesi c’è tra le misure che potrebbero rientrare nel progetto di rilancio che ha preso forma nel corso degli Stati generali dell’economia e che il Governo si prepara a mettere in campo nei prossimi mesi.

L’annuncio lo ha fatto lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando con alcuni cittadini ricevuti sabato a Villa Pamphili: la misura, ha però poi precisato nella conferenza stampa conclusiva, è al momento solo un’ipotesi, anche perché si tratta di una misura “costosa”.

La necessità di un intervento del genere deriva dalla preoccupazione del Governo di ricreare il clima di fiducia necessario ad innescare il circuito dei consumi.

Si guarda in particolare a quanto fatto dalla Germania, che nel maxi piano da 130 miliardi lanciato dalla cancelliera Merkel per far fronte alla crisi, ha previsto anche la riduzione dell’Iva (dal 19 al 16%) per sei mesi.

La misura, tuttavia, è ancora allo studio, ha chiarito Conte e “questa settimana sarà già decisiva per una prospettiva del genere”.

Le parole di Conte ricalcano quanto affermato appena qualche giorno dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri: abbassare l’Iva, aveva spiegato, “è una misura molto costosa” che va valutata attentamente anche perché proprio l’Italia è tra i paesi europei ad aver speso di più contro la pandemia del coronavirus.

Certo è che il Governo sta riflettendo e guardando anche a quello che hanno fatto altri paesi per trovare degli interventi “anche sul lato della domanda”, aveva spiegato sempre Gualtieri al festival dell’Economia di Trento.

L’ipotesi della riduzione dell’Iva, sul modello tedesco, è stata indicata qualche giorno fa anche dalla vice ministra dell’economia Laura Castelli, che proponeva di farla “per qualche anno insieme a quella strategia già messa in campo dal presidente del consiglio a favore dei pagamenti elettronici”.

Si tratterebbe di “bell’elastico per i consumi” secondo Castelli, che potrebbe essere accompagnato ad “una riduzione dell’Irpef e la fiscalità di vantaggio per le imprese”.

L’Iva, imposta sul valore aggiunto, ha oggi un’aliquota ordinaria del 22% della base imponibile. Alcune particolari operazioni scontano l’aliquota ridotta al 4% o al 10%. Il rischio di aumento dell’Iva è stato recentemente scongiurato dal decreto Rilancio, che ha definitivamente cancellato le clausole di salvaguardia.

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  1. …è chiaro che con un’iva troppo alta si favorisce il lavoro in nero, sarebbe dunque ora di intervenire! e abbassando non di poco questa tassa…e passare a meno parole e più fatti.

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