Infermieri e medici sono sul piede di guerra per il mancato rinnovo dei contratti di lavoro ed hanno annunciato due giornate di sciopero nazionale: i camici bianchi incroceranno le braccia il 23 febbraio, mentre gli infermieri ed il personale del comparto Sanità, che comprende anche tecnici radiologi e di laboratorio, si asterranno dal lavoro il 26. febbraio.
La minaccia annunciata è il blocco dell’attività degli ospedali e lo stop agli interventi chirurgici.
“In mancanza della convocazione per aprire le trattative contrattuali, sarà sciopero nazionale dei medici il 23 febbraio, anticipato da una serie di iniziative che saranno attuate a partire dal 12 febbraio”, è l’ultimatum dei medici, veterinari e dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale (Ssn), che hanno posticipato lo sciopero già precedentemente annunciato per l’8 e il 9 febbraio. Un ultimatum lanciato da tutte le sigle sindacali, in rappresentanza di 150 mila professionisti, per sbloccare finalmente l’apertura della trattativa per il rinnovo del contratto 2016-2018.
Si alzano dunque i toni della protesta, affermano i sindacati medici, con la “richiesta di incontro urgente al Ministro della Funzione pubblica e la denuncia alle Procure della Repubblica per omissione di atti di ufficio rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2015, che ha stabilito lo sblocco dei contratti”. Infatti, “non è più possibile –
denunciano i medici – continuare a negare a migliaia di professionisti il diritto a contrattare le condizioni che regolano il proprio lavoro”.
Ed annunciano battaglia anche gli infermieri, che attendono il rinnovo del contratto del comparto Sanità: sono 250mila quelli impiegati nel Ssn e denunciano mancanza di organico a causa del turnover – e nonostante siano 25mila gli infermieri al momento disoccupati – e retribuzioni inadeguate.
Lo sciopero di 24 ore è stato indetto dai due sindacati maggiormente rappresentativi degli infermieri, Nursing-up e Nursind (con, complessivamente, oltre 50mila iscritti).
E’ “inaccettabile – afferma il segretario del Nursing-up Antonio De Palma – la carenza di risorse dovuta al disinteresse del governo verso gli infermieri e gli altri lavoratori del
Ssn”.
Tra le richieste, lo sblocco del turnover “per dire basta alla fuga dei cervelli e all’emigrazione dei giovani infermieri, che vanno all’estero a portare competenze e professionalità che non vengono riconosciute in Italia”.
I sindacati, aggiunge De Palma, “dicono anche basta ai tagli lineari delle dotazioni organiche e alle pretese di deroghe indiscriminate alle ore di riposo giornaliere e al riposo settimanale”.
Dopo nove anni di blocco contrattuale, gli infermieri “non intendono accettare compromessi al ribasso – afferma anche Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind -. E’ per tali ragioni che il nostro sciopero, a ridosso delle elezioni, ha una forte valenza politica: manifestare dissenso a una proposta contrattuale peggiorativa, prima di dimostrarlo anche nelle
urne”.