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Roulette russa, un gioco ha ucciso Marco. Ma la madre non ci crede

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Roulette russa, un gioco ha ucciso Marco. Ma la madre non ci crede

Marco Mongillo, ragazzo di 20 anni che lavorava in una pizzeria, sarebbe rimasto vittima di un tragico gioco mortale.
La roulette russa, sfida mortale resa famosa dalla sequenza de “Il Cacciatore” con Robert De Niro (foto), avrebbe ucciso venerdì pomeriggio Marco in un’abitazione del Rione Santa Rosalia di Caserta con un colpo di pistola alla testa.

E’ questa dunque la pista privilegiata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e dai carabinieri di Caserta.
Antonio Zampella, 19 anni, reo confesso con qualche precedente a carico, amico della vittima, si trova in stato d’arresto per il fatto.

Zampella, al termine di una drammatica deposizione resa nella caserma dell’Arma di via Laviano, ha confessato ai militari della Compagnia di Caserta di aver sparato con una Browning automatica calibro 7,65, un’arma clandestina con matricola abrasa, al termine di una sorta di gioco tra ragazzi che si divertono a emulare i killer della camorra.

Il 19 enne ha raccontato di aver mostrato l’arma a Marco, che era carica – un proiettile è stato ritrovato nei pressi del cadavere, altri cinque erano nel serbatoio dell’arma – di averla puntata verso la testa dell’amico e di aver fatto fuoco.

“Ti faccio vedere come ti sparo” avrebbe detto; quindi dopo è fuggito liberandosi dell’arma, ritrovata più tardi dai carabinieri, prima di andarsi a costituire in caserma.

“Non pensavo sparasse” si sarebbe poi giustificato, spiegando di non voler uccidere Marco. Tuttavia per gli inquirenti il giovane sapeva che l’arma era carica e, avendola puntata contro una persona, ha comunque accettato l’eventualità che potesse accadere qualcosa di grave; per questo gli hanno contestato l’omicidio volontario, il possesso di arma clandestina e la ricettazione.

La tragedia è avvenuta nell’appartamento dove il 19enne Zampella vive con il fratello Umberto di 22 anni, che sta scontando gli arresti domiciliari per rapina. Al momento del fatto erano presenti oltre ai due fratelli Zampella, la vittima, e il fratello di quest’ultimo, Vincenzo, che ieri dopo la tragedia piangeva disperato e non si dava pace per quanto successo; su parte del corpo aveva il sangue del fratello.

Oggi sulla sua pagina Facebook ha dedicato un post carico di dolore a Marco. “Ti amo vita mia spero che ci guardi e ci proteggi da lassú … Io saró sempre con te lo faró per te e mamma…. Ora dammi tu la forza di non mollare piú…. Ti amo vita mia mi manchiiii troppooooo …..”.

Voce fuori dal coro, la madre della vittima che rifiuta l’idea dell’omicidio per gioco mortale: ”Mio figlio non è stato ucciso durante un gioco. Voglio giustizia”.
Antonio Zampella, morto con un colpo di pistola alla testa esploso, come ha raccontato l’omicida ai carabinieri, in una sorta di mix di gioco e spavalderia, durante una sorta di roulette russa è un’idea rifiutata con forza dalla madre.

Maria sottolinea di non credere assolutamente alla versione dei fatti che è stata fornita. ”Lui – dice a Il Mattino – non avrebbe mai partecipato ad un gioco così assurdo, non avrebbe rischiato la vita alla roulette russa. Lui lavorava da quando aveva tredici anni, amava la vita. Chi lo ha ucciso deve pagare”. ”Mio figlio – sottolinea a La Repubblica – è stato ammazzato volontariamente. Voglio giustizia. Ci costituiremo parte civile al processo. Lo devo a mio figlio che era un bravo ragazzo”.

Gli amici hanno infatti descritto il 20enne come “un bravo ragazzo, che amava la vita e la sua Lucia, con cui era fidanzato da alcuni anni”. Sul suo profilo, la giovane vittima mostrava di desiderare con la propria fidanzata un futuro con figli.

I quattro amici, ha raccontato Vincenzo, erano insieme per organizzare un pranzo per oggi in vista del suo compleanno. Intanto i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell’abitazione della tragedia, che è stata posta sotto sequestro. Teatro di un tragico gioco costato la vita ad un ragazzo.

Mario Nascimbeni| 10/07/2016 | (Photo d’archive) | [cod rouca]

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