15 miliardi di euro circa per riuscire a chiudere i conti con la legge sulla rivalutazione delle pensioni introdotto dal governo Monti e dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. Quali sono le possibili soluzioni? Introdurre diversi scaglioni di rimborso, restituendo ad alcuni molto, ad altri poco, ad altri niente.
Secondo quanto stabilito dall’allora governo Letta, si prevedrebbe un rimborso del 95% per le pensioni fra le tre e le quattro volte il minimo Inps, all’ingrosso fra 1.500 e 2 mila euro lordi al mese. Del 75% per lo scaglione fra i 2 mila e i 2.500 euro, del 50% fra i 2.500 e i 3 mila euro. Senza restituire nulla a chi è sopra i 3 mila euro lordi al mese.
È però possibile che la soglia della restituzione zero venga innalzata intorno ai 3.500 lordi al mese e che il blocco della rivalutazione venga confermato per altri due anni ed è anche probabile che le percentuali di rimborso per gli scaglioni intermedi siano molto più basse.
Nel summit avvenuto ieri al Ministero dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha spiegato quindi come verrà risolto il caos ribadendo che si sarebbe cercata una soluzione “rispettosa della sentenza” della Corte Costituzionale, ma che minimizzasse anche “i costi per la finanza pubblica”.
Sara Prian
07/05/2015
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