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Riapertura delle scuole è andata bene: presidi soddisfatti, ma…

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Riapertura delle scuole è andata bene: presidi soddisfatti, ma...

“Riapertura delle scuole è andata bene” dicono i presidi: “L’avvio dell’anno è partito bene” a parlare è l’Associazione Nazionale Presidi dopo il primo giorno di scuola ieri, lunedì 14 settembre.
“L’avvio dell’anno scolastico è andato bene e sento di dover ringraziare, oltre ai colleghi dirigenti e a tutto il personale, gli studenti e gli alunni che, rispettando le regole, ci hanno dimostrato la loro maturità. Siamo orgogliosi del loro comportamento”.

Sono le parole del presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, a Skytg24. “L’aspetto più problematico che si potrà presentare nelle scuole è che i sintomi dell’influenza stagionale potranno essere confusi con quelli del Covid-19 – ha continuato -. Per questo sarebbe utile che tutti si sottoponessero alla vaccinazione antinfluenzale”.

Il presidente Anp ha poi concluso chiarendo: “Abbiamo chiesto che le elezioni fossero spostate in altri luoghi per evitare che le lezioni venissero interrotte e che ci fossero ulteriori rischi di contagio. Purtroppo, solo il comune di Bergamo e pochissimi altri hanno raccolto il nostro invito. L’Anp insisterà comunque su questa proposta”.

Da diverse realtà giungono però segnalazioni di plessi persino senza banchi. E in molti casi con orari ridotti a causa delle cattedre vuote.
Diversi istituti hanno dovuto fare i conti con la carenza di docenti, soprattutto al Nord: in attesa che sia completato il ciclo delle nomine, sono quasi centomila gli insegnanti che ancora mancano in queste ore negli istituti di tutto il Paese.

Il Sud è invece ancora alle prese con il reperimento degli spazi che permettano il distanziamento. E tutti sono in attesa dell’arrivo dei banchi monoposto: al momento quelli consegnati sono solo il 10%, circa 200mila, sui due milioni e 400mila previsti entro fine ottobre.

Il ritorno nelle aule, in definitiva, non è stato uguale per tutti: a Genova il presidente della Liguria Toti segnala – con tanto di foto – il caso di una classe in cui gli alunni sono costretti a scrivere in ginocchio, poggiati con le braccia sulle sedie, “perché non hanno i banchi promessi. E non sarebbero gli unici”, spiega il governatore annunciando una lettera “alla direzione scolastica per intervenire immediatamente. Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia”.

La foto della situazione è diventata virale e la situazione ha scatenato la rabbia di alcuni genitori, che si sono poi riuniti sotto l’ingresso dell’istituto – frequentato da centinaia di bimbi – per decidere come mobilitarsi. Il preside dell’istituto, Renzo Ronconi, assicura che i banchi arriveranno già domani. ”

La foto – precisa in serata il dirigente scolastico – ritrae bambini che durante una attività didattica stanno disegnando sereni in libertà: una ingenuità da parte dell’insegnante farla girare ma sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini”.

Proteste e segnalazioni anche dai genitori di alcuni alunni assistiti dagli insegnanti di sostegno. Il padre di un bambino autistico di 9 anni dell’istituto Pio La Torre a Roma ha riferito che il figlio, arrivato a scuola accompagnato dalla mamma per cominciare il nuovo anno, dopo il saluto ai compagni è stato costretto a tornare a casa, senza sapere quando potrà davvero andare a scuola perché “manca l’assistente educativo”.

Un altro episodio simile è stato segnalato a Pisa dalla mamma di un bimbo con sindrome down, che non può tornare in classe perché “non c’è ancora l’insegnante di sostegno”. A confermare la carenza di docenti in generale è però anche l’Associazione Nazionale Presidi (Anp), spiegando che “nei diversi istituti dove ci sono cattedre vuote, come il caso limite di un istituto comprensivo a Roma dove pare manchi il 50% dei prof, è chiaro che l’unica soluzione è quella dell’orario ridotto. La situazione riguarda molti istituti”.

Un fenomeno con percentuali variabili da città a città e che cambiano in continuazione. “Il problema è che i posti ci sono ma non si trovano gli insegnanti nel settentrione in quanto la maggior parte non vuole trasferirsi: con lo stipendio da docente non si vive al Nord”, sostiene Antonello Giannelli, presidente dell’Anp. Ma se i presidi stessi assegnano un giudizio “più che sufficiente” su questo avvio parlando di una giornata che “si è svolta in modo ordinato”, si sottolineano comunque i problemi sulla difficoltà di rispettare il distanziamento a causa della mancanza di spazi. Tanto che “in alcuni istituti superiori, per esempio in un liceo a Bergamo, si è preferito che gli alunni tenessero le mascherine anche seduti ai banchi”.

In una scuola di Roma il Codacons ha invece segnalato la mancanza di mascherine, ma l’episodio è stato smentito dallo stesso ufficio del Commissario per l’Emergenza, con tanto di bolle di consegna. C’è anche chi dopo mezzora di lezione si è ritrovato già in quarantena. Dopo essere entrati in classe alle 8, gli alunni di una classe della scuola elementare nel comune di Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, sono stati messi in isolamento: una loro compagna ha ricevuto l’esisto del tampone anti Covid, che è risultato positivo.

Non solo proteste di categorie e genitori. A Milano una decina di manifestanti della Rete Studenti Milano e di altre associazioni studentesche hanno occupato il tetto dell’Ufficio Scolastico Regionale, in protesta contro una ripartenza dell’anno scolastico “da paura” e in scuole trasformate in “caserme fatte di regole che non tuteleranno la salute di nessuno”.

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