Senatori passacarte? Chi lo aveva mai pensato? L’immodestia di Matteo Renzi tocca oggi nuove cime quando afferma davanti alle telecamere: «Il caso Azzollini? «I senatori non sono passacarte della procura».
Ma non è proprio che il Senato si fosse trovato davanti a questo dilemma: essere considerato un organo passacarte se concedeva l’eventuale via libera a procedere contro il senatore Azzolini.
Finito il consiglio dei Ministri, prima di imbarcarsi per Milano, per l’ennesimo blitz all’Expo, il premier Matteo Renzi dimostra di aver tralasciato da tempo le forme garbate, preoccupandosi poco anche delle chiacchiere che sostengono come il Pd non sia diventato poi così diverso da Forza Italia, e manda un segnale chiaro alla magistratura.
Sul «salvataggio» del parlamentare ncd dall’arresto, il premier dice: «Ho molta fiducia nei senatori. Non si sta parlando del bar dello sport. Qui si sta parlando della libertà o della privazione della libertà di una persona. Il voto su Azzollini lo considero un segno di maturità perché i senatori non sono passacarte della Procura di Trani. Avendo grande rispetto della Costituzione, diciamo che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici e anche degli altri».
Dura la replica del presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere Dario Stefàno, che giudica «imbarazzante» il punto di vista renziano, «così affrettato e superficiale» e replica: «Il premier conservi equilibrio anche nei momenti di difficoltà e rispetti l’assoluta autonomia delle Camere in materia di immunità parlamentari».
Mario Nascimbeni
01/08/2015
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