«Sul Def la situazione è molto buona», dice Renzi, «chiudiamo domani (oggi per chi legge), alle sei c’è il Consiglio dei ministri. Siamo abbastanza avanti. Stiamo modificando un po’ ma il testo è buono, rimane da capire qualcosa».
Oggi sarà una giornata molto importante, si attendono le “istruzioni per l’uso”: le coperture dei provvedimenti annunciati da Renzi, le valutazioni dell’esecutivo sull’andamento della finanza pubblica, il quadro macroeconomico dei prossimi anni, i risparmi di spesa programmati e le riforme che per Palazzo Chigi necessarie.
Renzi si limita a poche parole: «La prima scelta» fatta dal governo è stata quella «di stare vicini alle persone che guadagnano meno», con gli 80 euro in più in busta paga. «Sugli stipendi dei dirigenti aspettate — ha proseguito subito dopo — domani c’è una conferenza stampa, parleremo anche degli stipendi dei dirigenti, decideremo e sarete contenti».
Al Tg1, il sottosegretario Graziano Delrio, in pratica il braccio destro di Renzi, si dice soddisfatto del lavoro svolto in questi giorni: «Abbiamo trovato le coperture, verranno in gran parte dalla revisione della spesa pubblica italiana. Allocheremo le risorse sui settori più strategici e taglieremo i settori più improduttivi, dove la spesa non è efficiente, per fornire buoni servizi a cittadini e imprese». Viene confermata anche la manovra sull’Irap, «i provvedimenti partiranno da quest’anno, nell’arco dei 12 mesi ci sarà la riduzione che avevamo previsto». A regime, nel 2015, il taglio dell’imposta che grava sulle imprese sarà del 10% rispetto all’ammontare attuale.
Sanità: niente tagli. Le indiscrezioni circolate finora vengono sostanzialmente smentite dal ministro Beatrice Lorenzin: «i tagli alla sanità nel Def non ci sono, a meno che domani (oggi per chi legge) non arrivi una sorpresa con il pacco regalo».
Di sicuro arriveranno novità sugli stipendi dei manager e dei dirigenti pubblici: chi lavora per le amministrazioni pubbliche non potrà guadagnare più degli emolumenti che vengono riconosciuti al Presidente della Repubblica. Il tetto per i dirigenti, che ora è parametrato allo stipendio del presidente della Corte di Cassazione, dovrebbe essere limato ancora, dagli oltre 300 mila euro attuali ai 270 mila riconosciuti al Capo dello Stato.
Redazione
[08/04/2014]
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