Venezia deve diventare il simbolo del ‘soft power’ della cultura, una scommessa che guarda al futuro e alla salvezza per l’intero Paese.
Sono le parole del premier Renzi, a Venezia per il battesimo del nuovo campus universitario a San Giobbe.
Niente parole di impegno sui temi importanti, ma molta retorica politica: “Non una città scrigno del passato” ma luogo identitario “del futuro del Paese”.
La laguna, dunque, al di là della sua fragilità (Renzi non ha affrontato il tema delle Grandi Navi, del Mose o del deficit comunale, rimandando il tema all’incontro che avrà con il sindaco Luigi Brugnaro) sarà sempre chiamata ad avere “un valore straordinario ed evocativo” ma anche concreto.
“Il Governo è pronto a fare la propria parte – ripete – perchè Venezia sia ciò che deve non solo per i veneziani ma per il mondo intero”. Non un museo a cielo aperto “da coltivare, coccolare e apprezzare e da riempire con i ricordi” ma un motore di progetti, di idee innovative che guardino al mondo.
Per il deficit della casse comunali veneziane il premier conferma: “lavoreremo con il sindaco, non entro nel merito, per i dettagli c’è tempo”, dopo l’incontro in Comune con il sindaco Luigi Brugnaro.
“C’è motivo di sperare – ha detto da parte sua Brugnaro – Renzi si è presentato preparato sulla vicenda, conosceva bene la situazione del Comune e per il momento non ha fatto promesse. Resto fiducioso”.
Monica Manin
17/10/2015
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