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Regionali, vittoria dell’astensionismo e la sinistra che vota Salvini

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Alle votazioni, di norma vincono tutti. In queste regionali, invece, hanno perso tutti (fuorchè la Lega, se vogliamo). Ma soprattutto sono state le Regionali in cui l’espressione è stata trasversale, di un sentimento popolare di malumore e malessere, dove non esiste più una base “zoccolo duro” e dove, magari, l’elettore di sinistra sposa temi di destra in materia di immigrazione.
In Emilia-Romagna, famoso “zoccolo duro”, ai Democratici girano le spalle oltre la metà dei consensi, dall’1,2 milioni di voti delle ultime elezioni Europee a poco più di 500 mila di domenica (quasi 700 mila in meno).
I democratici segnano un calo consistente anche in Calabria: sulla carta quasi l’80% dei voti in meno rispetto a maggio, anche se quello guidato da Matteo Renzi resta comunque il primo partito.

L’analisi sui flussi elettorali mostra una grande emorragia di voti Pd verso l’astensione, in cui hanno sicuramente influito: il peso degli scandali dei rimborsi ai consiglieri, lo scontro tra governo e sinistra pd (e sindacati) e una polica non corretta su ‘Mare Nostrum’ e simili.
Anche Cinque Stelle giù: il Movimento di Grillo, senza la spinta del leader, perde due elettori su tre in Emilia, tre su quattro in Calabria, rispetto alle Europee. Il M5S è quello che, dalle prime analisi, risulterebbe aver pagato di più il prezzo dell’astensione: a Parma il 69% di chi aveva votato per Grillo alle Europee non è andato domenica alle urne. Così com’è vero che precedentemente Grillo aveva avuto il merito di far andare a votare (per sè) quelli che ne avevano già perso la voglia, ora quell’effetto dirompente dell’entusiasmo potrebbe essersi esaurito.
Raddoppia i consensi, guadagnando rispetto alle Europee quasi 120 mila voti, la Lega (che ha corso solo in Emilia-Romagna). La Lega sembra beneficiare dei cali altrui: sarebbero oltre 30 mila voti rubati al Pd e altrettanti presi al Movimento 5 Stelle.

E’ comunque ancora un voto fragile, che oscilla, fatto di elettori impazienti che vogliono una risposta subito. Se non è Grillo, si guarda a Renzi, se no a Salvini.
Un dato che può far riflettere è come il Carroccio abbia pescato, nel voto di domenica, anche tra quello che fu lo zoccolo dei partiti della sinistra. Si parla di un messaggio trasversale, anche sui temi dell’immigrazione, che traduce malessere in voti pescati nell’elettorato popolare che era di sinistra. Come già visto in Francia con Marine Le Pen.

Mario Nascimbeni

25/11/2014

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