Conclusa la maxinchiesta della Procura bolognese sulle spese «allegre» della Regione che vedeva coinvolti 41 consiglieri indagati su un totale di 50. Tra le pieghe dell’inchiesta spicca il famoso scontrino da 80 euro di un sexy shop per un sex toy.
L’indagine della Procura sull’uso più o meno disinvolto di soldi pubblici da parte di alcuni amministratori è trasversale, ma i politici in coro accusano le forze dell’ordine di strumentalizzare le accuse quando si sta per votare di nuovo per la Regione (23 novembre). D’altra parte non potrebbe essere altrimenti dato che dei 41 consiglieri sotto inchiesta, 12 si sono ricandidati.
Le cifre contestate dalla magistratura superano di poco i 2 milioni di euro e le presunte voci di spesa irregolari rappresentano quanto di più creativo sia stato possibile: oltre all’acquisto nel sexy shop, scontrini per l’uso di gabinetti pubblici, falsi convegni, interviste a tv locali a pagamento, viaggi e rimborsi chilometrici, pranzi e pernottamenti.
Mario Nascimbeni
11/11/2014