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Referendum, è un peccato per com’è andata. A Renzi grazie di vero cuore

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Egregio Direttore, è un peccato per com’è andata, ero e resto convinto che questa riforma avrebbe potuto aiutare l’Italia a superare tanti problemi. Ma la democrazia è sovrana.
La volontà dei cittadini va rispettata, soprattutto quando si è espressa attraverso un’ampia e salutare partecipazione popolare.

Ciò non toglie che questo voto non vada analizzato nel merito di quello che ci ha detto. Ho dedicato mesi di campagna referendaria a fare banchetti e volantinaggio in tutti i quartieri della mia città, Brescia, perché, come ho imparato e fatto in ogni campagna elettorale, non è stando dietro una scrivania, ma stando per strada che si possono leggere gli umori più profondi e veri di una città.

Nonostante l’impegno, la passione e la generosità di tanti a sostegno delle ragioni del Sì, era percepibile che la pancia dell’elettorato,soprattutto nei quartieri periferici e popolari, avrebbe scaricato sul No il suo disagio per il peso della perdurante crisi economica e sociale, molto più marcata addebitandone le responsabilità a chi in questo momento governa. E cosìè stato.

È il medesimo esito cui stiamo assistendo quasi ovunque nelle campagne elettorali: da Brexit a Trump, vince chi sa trasmettere l’idea di essere portatore di una proposta anti-establishment, vera o (soprattutto) presunta che sia.

La sfida con cui il Pd e tutte le forze di sinistra democratiche, non solo in Italia, devono misurarsi è quella di saper essere credibili agli occhi di chi vive il disagio, offrendogli una prospettiva, riaccendendo fiducia e speranza e contemporaneamente ponendosi come alternativi a chi invece strumentalmente ne cavalca il malessere attraverso la contrapposizione al Palazzo, pur essendo egli stesso dentro il Palazzo, come fan certi senatori e tanti altri in evidente imbarazzo non sapevano dove mettere la foglia di fico, a Brescia.

Il Pd ha tanto da cambiare, c’è un’autocritica da fare, ma di sicuro, la strada per i democratici non sta nel pensare di allearsi o di inseguire queste forze demagogiche e populiste. Infine, un abbraccio e un grazie di vero cuore al nostro e al suo 41% Matteo Renzi per come ha servito il Paese in questi mesi e per lo spirito con cui ha affrontato questa campagnare ferendaria, senza risparmiarsi e mettendoci sempre e comunque la faccia. Ieri notte ha dimostrato ancora una volta di essere un vero leader.

Caro Matteo, ora pensiamo ad una piattaforma precongressuale per dare l’opportunità agli iscritti di discutere chiarirsi, anche cantarsele insieme, a ricostruire il PD provinciale, cittadino, Regionale e a partire dalla base. E da qui ripartiamo dal nostro 41%, per avviare una nuova stagione.

Celso Vassalini
Cittadino Europe.

06/12/2016

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