L’autopsia effettuata sul corpo del 19enne romeno morto in carcere a Venezia due giorni fa ha confermato che si tratta di un suicidio. Il dato, reso noto
dalla procura, emerge dalle risultanze dell’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli alla presenza del medico nominato dai genitori del giovane.
Il ragazzo, che viveva nel comasco con la madre separata, si era temporaneamente trasferito a Mestre dove stava con il padre, operaio in difficoltà economiche. Proprio qui era stato prelevato dai carabinieri su istanza del Tribunale di Como per dei carichi pendenti relativi a danni al patrimonio.
Una volta rinchiuso nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore aveva ottenuto dal Gip di Venezia gli arresti domiciliari ma nelle more del reperimento di una comunità cui affidarlo il giovane si è suicidato nel bagno della cella che condivideva con altri due detenuti usando una striscia di lenzuolo come cappio mentre fingeva di farsi la doccia.
Scattato l’allarme, dato dagli stessi, sul posto sono intervenuti i sanitari che hanno constatato la morte; sia la scientifica dell’arma che un primo esame medico sul cadavere alla presenza del Pm Lucia D’Alessandro, avevano già escluso atti di violenza sia da parte della polizia penitenziaria che da altri carcerati. Gli atti, sulla vicenda, saranno trasmessi al Tribunale di Como.
Redazione
[08/01/2015]
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