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Rafa Marquez è l’ombra del campione che è stato. Di Mattia Cagalli

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Hellas Verona. Due sconfitte con la Juventus in Coppa Italia e campionato, incassando 10 reti e segnandone solamente 1, è stato un chiaro esempio di inferiorità mei confronti dei campioni d’Italia.

Ci può stare, non è con questi avversari che i gialloblu devono fare punti ma quello che lascia interdetti è la mancanza di un gioco e di carattere. Quest’ultima è una novità per il Verona di Andrea Mandorlini, negli anni successivi la capacità di reagire, di non arrendersi mai. Di recuperare partite ormai perse e segnare anche all’ultimo minuto.

Quest’ anno tutto questo sembra svanito nel nulla. Giocatori poco convinti, una preparazione atletica deficitaria ben visibile nel crollo costante nei secondi tempi. Quello che però è maggiormente evidente, lo ha espresso molto bene lo stesso Luca Toni: cosa può fare il mister se sbagliamo i passaggi a due metri? Come potergli dare torto? Quello che manca principalmente è infatti, la qualità e quella poca che c’è, viene lasciata principalmente in panchina.

Lopez e Saviola, infatti, hanno visto pochissimo il campo, soprattutto quest’ultimo che nelle pochissime occasioni avute ha dimostrato la sua classe. L’argentino ex Real Madrid, Barcellona e Olympiakos si ritrova a fare la riserva di Gomez e Jankovic. Incredibile per una squadra che si deve salvare.

I 21 punti al giro di boa, sono un ottimo bottino per chi si deve salvare; soprattutto se si pensa che per ottenere la permanenza in serie A, serviranno meno dei canonici 40 punti. Questa delusione è figlia del campionato precedente, i 54 punti hanno illuso la piazza e altrettanto hanno fatto gli acquisti.

Rafa Marquez è l’ombra del campione che è stato e la sua presentazione in pompa magna ora stride un po’. Forse però a 35 anni dovrebbe essere posizionato davanti alla difesa, ruolo che infatti ricopriva da qualche anno. Manca qualcuno che salti l’uomo e crei superiorità, o meglio ci sarebbe ma non trova continuità (Nico Lopez). Il tanto bramato Tachsidis, pupillo di Mandorlini è impresentabile in serie A e non esiste un sostituto di Toni. Non lo è certo Nené.

Inoltre la già perforabile difesa dello scorso anno è addirittura peggiorata. D’altra parte gli ultratrentenni titolari non possono essere reattivi.

Nonostante questo la squadra non è mai stata in zona retrocessione e qualche interessante vittoria l’ha ottenuta (a Torino e Udine). Forse qualcuno si aspettava l’Europa ma per una squadra al secondo anno di serie A, quello che conta è la permanenza nella massima serie. Le cose vanno fatte per gradi e poi l’Europa fa male alla salute.

Il Parma dopo lo splendido campionato dell’anno scorso ora è ultimo e il Torino che in coppa ci è arrivato, sta lottando per salvarsi. Milan e Hellas Verona, due storie di delusioni, una reale e l’altra solamente percepita.

Mattia Cagalli

[22/01/2015]

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