NOTIZIE VENEZIA | Organizzavano spedizioni punitive contro bande che gli volevano soffiare la gestione della zona del Terraglio per far prostituire giovani ragazze dell’est, soprattutto romene. A loro, giovani quasi tutte maggiorenni da poco, molto belle ed avvenenti, prelevavano un “pizzo” di 50 euro sui guadagni di ogni prestazione e le tenevano “nascoste” in appartamenti e Bed and Breakfast durante il giorno dislocati a Mestre, Treviso e VicenzaEra un’organizzazione che fruttava un sacco di soldi e disposta a tutto quella sgominata dalla squadra Mobile della Questura di Venezia e che ha portato all’emissione di 8 ordini di custodia cautelare. Le indagini sono iniziate in seguito ad alcuni episodi di violenze e percosse da parte delle 8 persone indagate ai danni di prostitute non sotto il loro controllo, sulla strada che unisce il comune veneziano di Mestre a Treviso. Il gruppo, oltre a controllare le «sue» ragazze, si è reso responsabile di spedizioni punitive contro gruppi «concorrenti», per non cedere il controllo del territorio.
A capo della gang l'albanese un albanese di 37 anni, che assieme ai suoi gregari «gestiva» le giovani che dovevano intrattenersi per non più di 10 minuti col cliente. L'attività degli sfruttatori è stata monitorata dagli agenti della «Mobile» lagunare che ha accertato, tra l'altro, che le giovani venivano costrette a prestazioni extra con i titolari di alcune agenzie immobiliari, che in cambio davano in affitto gli appartamenti dove non solo le ragazze venivano tenute nascoste, ma che diventavano spesso anche base logistica per la banda e luoghi dove si potevano consumare le prestazioni sessuali con una consistente maggiorazione del prezzo per i clienti.
Il vicesindaco e assessore comunale alle Politiche sociali, Sandro Simionato, ha commentato così l’operazione della Questura. «La straordinaria operazione mette in evidenza ancora una volta di più che le reti criminali non ragionano in termini di confini di competenza comunale, come forse troppo spesso siamo abituati a fare noi amministratori – dice nella nota Simionato – Se vogliamo dare un contributo concreto alla lotta contro lo sfruttamento e la tratta di esseri umani, dobbiamo compiere un salto di qualità unendo le risorse e lavorando sempre di più in sinergia con le Forze dell’Ordine, ognuno sulla base delle proprie competenze. Ricordo che stiamo parlando di un mercato, quello della prostituzione su strada, che in Veneto vale circa 55 milioni di euro all’anno che vanno per lo più nelle tasche degli sfruttatori e dei criminali. Solo facendo sistema, quindi, potremmo davvero offrire un’opportunità alle vittime consegnando al contempo i criminali alla giustizia».
Raffaele Rosa
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[11/06/2013]