Verona era ancora l’unica città a non essere stata colpita delle proteste dei profughi, ma anche lì ora sulle strade sono scesi i duecento migranti ospiti della tenuta Costagrande, sopra le colline di Verona (Grezzana) e sono scesi in città.
Sono stati intercettati e fermati a poca distanza dall’abitato di Avesa, poi hanno occupato la strada e mostrato ai giornalisti i video girati nella struttura che li ospita e hanno lamentato la presenza di animali come scorpioni e serpenti, comunque qui non velenosi. «Non vogliamo vivere in uno zoo, siamo trattati come animali», ripetevano.
Le lamentele riguardano anche l’acqua da bere, che viene fornita in bottiglie da mezzo litro, problemi sanitari e la scarsa ricezione dei telefonini così come la mancata copertura internet, importantissimi per comunicare con amici e familiari lasciati a casa. Ma soprattutto non vogliono vivere a Costagrande, che reputano un “paese in mezzo alla foresta” (la struttura che li ospita immersa nel verde è un ex collegio universitario).
Dopo l’assicurazione che i giornalisti non se ne sarebbero andati ma li avrebbero seguiti per documentare le loro denunce, sono risaliti a Costagrande. L’arrivo in tarda mattinata del prefetto vicario Iginio Olita ha poi fatto rientrare la protesta, almeno per il momento. Poco dopo, dalla prefettura, è partita una richiesta ai vigili del fuoco di inviare un’autobotte a Costagrande.
Redazione
22/07/2015
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