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Pier Paolo Pasolini, a quarant’anni dalla sua morte

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Pier Paolo Pasolini, a quarant’anni dalla sua morte

Fra le innumerevoli testimonianze che in queste giornate vogliono ricordare e onorare la figura e le opere di Pier Paolo Pasolini, a quarant’anni della sua morte, scegliamo una zona del suo pensiero e della sua umanità che caratterizza il suo versante intellettuale ed affettivo: il suo rapporto con la madre.

Pasolini, artista lucido e sensibile, poeta della vita, sempre vicino agli “ultimi della terra”, fedele al rigore delle sue convinzioni e attento osservatore di ogni forma di bellezza, è stato un uomo anticonformista, libero nelle sue affermazioni filosofiche: “La passione non ottiene mai il perdono …”; “La morte non è nel non poter più comunicare, ma nel non potere essere compresi …”.

Supplica a mia Madre, l’ha chiamata così la Poesia a lei dedicata e già nei primi versi si coglie la grandezza del suo sentire.

E’ difficile dire con parole di figlio
Ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile: Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data…

La madre Susanna Colussi, nativa di Casarsa nel Friuli, è stata un punto di riferimento insostituibile nella vita dello scrittore. Un sentimento intenso rivelato anche da uno scritto trovato postumo e riportato da Enzo Siciliano nel 2005 nel suo libro Vita di Pasolini pubblicato da Mondadori:

“… Ogni volta che mi chiedono di raccontare qualcosa su mia madre, di ricordare qualcosa di lei, è sempre la stessa immagine che mi viene in mente.

Siamo a Sacile, nella primavera del 1929 (Pasolini è nato nel 1922, ndr), mamma ed io camminiamo per il sentiero di un prato abbastanza fuori del paese: siamo soli, completamente soli.

Intorno a noi ci sono i cespugli appena ingemmati, ma con l’aspetto ancora invernale, anche gli alberi sono nudi, e, attraverso le distese dei tronchi neri si intravedono, in fondo, le montagne azzurre.

Ma le primule sono già nate, le prode dei fossi ne sono piene. Ciò mi dà una gioia infinita che anche adesso, mentre ne parlo, mi soffoca. Stringo forte il braccio di mia madre (cammino infatti a braccetto con lei) e affondo la guancia nella povera pelliccia che indossa.

In quella pelliccia sento il profumo della primavera, un miscuglio di gelo e di tepore, di fango odoroso e di fiori ancora inodori, di casa di campagna.
Questo odore della povera pelliccia di mia madre è l’odore della mia vita”.

Forse è da quel profumo che è nata l’aspirazione artistica di Pasolini e l’ha guidato nella vita, nelle sue scelte di uomo nato in una famiglia di origine contadina, che ha sempre apprezzato la natura e invocato la giustizia (di conformismo si muore, di omologazione ci si ammala, diceva). Poi attraverso la scrittura, il teatro, il cinema come interprete e regista, ci ha consegnato la sua fatica e il suo mondo.
In modo esemplare , quando girò Il Vangelo secondo Matteo, volle sua madre Susanna ad interpretare Maria, in una definitiva ed eterna dichiarazione d’amore.

Andreina Corso

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. meno male, so che Pasolini veniva descritto sempre come uno strano, invece parla di sua mamma in modo affettuoso, no, non è come lo hanno descritto i giornali, solo che non capisco perchè solo adesso parlano così di lui

  2. Bellissimo articolo, molto commovente. Grazie per avermi ricordato il profumo di mia madre, della mia infanzia, non conoscevo questa parte di Pasolini, avevo tutta un’altra idea di lui, mi ha fatto piacere.

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