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Fattibilità della piastra Rfi di collegamento tra Mestre e Marghera: «Il taglio del nastro nell’anno delle olimpiadi»

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Fattibilità della piastra Rfi di collegamento tra Mestre e Marghera: «Il taglio del nastro nell'anno delle olimpiadi»

C’è la fattibilità del progetto per la realizzazione della piastra di collegamento che unisce la stazione di Mestre a Marghera attraverso un piano che verrà realizzato nei prossimi anni, e dovrebbe vedere la luce, come spiegato giovedì al Tronchetto dal sindaco Luigi Brugnaro e dall’ingegnere di Rfi Umberto Lebruto, nell’anno delle olimpiadi: il 2026. È di cinquanta milioni di euro l’investimento delle ferrovie dello Stato. Con questo progetto si riqualifica una delle stazioni più trafficate d’Italia. «Vogliamo ridare a Mestre e Marghera dignità urbana e valore urbanistico catastale ai proprietari delle case», dice Brugnaro.

È un piano pensato in un anno dal Comune con ferrovie dello Stato. L’accordo di programma prevedeva uno sviluppo solo del fronte mestrino, ricorda il sindaco. «Quando ci siamo insediati l’accordo c’era, ma era carente. L’investimento su via Ulloa era solo urbano. Ho spiegato il mio piano di questa stazione-passante e avevamo un’opposizione che diceva che era una cosa ridicola e non saremmo mai riusciti a farla. Ora in maniera gratuita per il Comune abbiamo un piano complessivo di collegamento tutto dedicato a una facilità di percorso tra il centro di Marghera e il centro di Mestre: un ambiente abbandonato per anni viene valorizzato».

«Mestre unisce Marghera (Mum) è lo slogan che ci siamo permessi di creare – dice Lebruto -, andando a recuperare una frattura tra due grandi poli della città che storicamente sono stati tagliati in due. Marghera, circa 30 mila abitanti. Mestre ne ha 130 mila. Tra i due mondi il collegamento vero è ferroviario. Se vogliamo raccogliere la sfida della mobilità dobbiamo ricollegare questi due contesti e aprire due porte da un lato e dall’altro, Mestre e Venezia, facendo in modo che l’accoglienza sia semplice, autonoma. La stazione merita una riqualificazione – dice Lebruto – e ha bisogno di un restyling profondo».

Il piano urbanistico vuole riunire due pezzi di città: da una parte stazione, ex scalo di via Trento e Piraghetto e dall’altra via Ulloa e la Città Giardino di Marghera costruita attorno al polo dell’industria con caratteristiche di sostenibilità nel 1900. L’accordo che con l’amministrazione Rfi ha stretto nel 2018 con revisione dell’accordo di programma precedente, è stato riformulando l’anno successivo. «Stabiliti gli equilibri urbanistici abbiamo anticipato 21 mila metri quadri limitrofi al parco del Piraghetto su cui la città sta già rispondendo – continua l’ingegnere Rfi -. Lo sviluppo è rappresentato dalle 2 torri, una privata e una su area di proprietà delle ferrovie. Mum è la piastra: una ricucitura nella ricucitura».

«Non è un ponte, è una piastra che è una piazza di fatto, dove si può sostare, ed è parte della stazione stessa non una passerella, perché sarebbe stato comunque poco utile dal punto di vista della sicurezza ricostruire una specie di tunnel che poi, quando una donna va ad attraversare da sola, ripresenta lo stesso tipo di pericolo del sottopasso esistente», spiega Brugnaro.

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In stazione transitano 600 treni al giorno, 164 treni a lunga percorrenza e un centinaio sono le Frecce. Ogni anno salgono e scendono 15 milioni di passeggeri, quando in aeroporto nel 2019 ce ne sono stati circa 12 milioni, spiega Rfi. «La stazione integra la mobilità: c’è il tram, ci sono i parcheggi e con l’intervento di riqualificazione stiamo cercando di studiare la connessione massima di tutte le modalità guardando al 2030.

C’è il progetto di un parco con funzioni pubbliche: una di queste saranno le scuole. Nell’ex scalo ferroviario di via Trento lanciammo un concorso anni fa. Una prima possibile soluzione è emersa e quando metteremo le mani come ferrovie faremo il piano di attuazione mettendo poi in vendita le aree». Tutta l’urbanistica ha una sua area privata e un’area di ferrovie «che nel 2021 cercheremo di vendere a un investitore che potrebbe aver intenzione di sviluppare».

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Si tratta del palazzo ex poste, davanti al quale ora c’è la fermata del Flixbus e altre compagnie di bus private. La zona confina con il piazzale della fermata dei bus di Atvo e comprende una fermata Actv sul lato strada, appena poco distante da via Ca’ Marcello. Lì sorgeranno due torri, una delle quali è già ambito privato. L’altra è una area di Grandi Stazioni Retail che sarà ceduta tramite gara. La destinazione delle torri, dice fermamente il sindaco, non ha nulla a che fare con gli alberghi di via Ca’ Marcello. Le strutture non sono inserite nel progetto della piastra da 50 milioni.

Per quanto riguarda l’accesso alla piastra, dovrebbero essere messe, sempre sul lato dell’edificio ex poste, scale mobili per l’ingresso alla stazione, che sarà di tre piani. Dal momento che la piastra è sollevata di circa una decina di metri occorre prevedere un sollevamento della strada. Sulla piastra, larga 18 metri (il privato potrebbe pensare di realizzare un aggancio alla piastra) e lunga 100, sorgeranno bar, negozi e anche la biglietteria, ovvero tutti i servizi che ora si trovano dentro alla stazione di Mestre, sempre in area Gs Retail che poi verrà data in concessione.

L’attraversamento consente di uscire direttamente su via Ulloa, dove c’è il progetto Salini, il privato che intende riqualificare urbanisticamente lo spazio tra il quartiere Cita, la stazione e il centro di Marghera, realizzando un parco di 30 mila metri quadrati, un parcheggio a più piani e una parte dello scavalco di collegamento con Mestre, oltre ad altre due torri lato Marghera. Tutta la piastra sarà servita da scale mobili con l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Il lato Mestre verrà riqualificato. «Quello era già stato previsto nel Pums (piano di mobilità sostenibile) anni fa, ma non si riesce a far passare niente», dice il sindaco. Verrà rifatta la strada, le attuali fermate degli autobus delle compagnie private che ora ingombrano i marciapiedi (Flixbus) costeggiando il palazzo ex Poste verranno portate tutte su via Ulloa. La fermata Atvo resterà invece sul lato Mestre. Si dovrà sistemare e riordinare lo spazio della polizia di Stato e le altre fermate del trasporto pubblico Actv. La facciata d’ingresso della stazione lato Mestre verrà completamente rifatta.

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