I furbetti della pensione minima sono stati fermati e dal Comune sono partite le multe, per un totale di circa 684mila euro.
Arrivavano in Italia grazie al ricongiungimento famigliare con figli e nipoti, compiuti i 65 anni presentavano all’Inps tutti i documenti per ottenere l’assegno sociale (circa 500 euro) e così truffavano lo Stato perché, da quanto emerso dalle indagini delle Fiamme Gialle, il 75 per cento di loro (albanesi e marocchini) non erano in possesso dei requisiti di legge per l’assegno e non avevano una residenza in Italia (pensione e indennità, infatti, si possono percepire solo se si risiede in Italia).
Ricevuta la pensione sociale, che spetta di diritto ai residenti senza reddito, tornavano nel loro Paese di provenienza, per più di un mese, altro termine di legge. Ora una decina di loro potrebbe essere processato per aver percepito più di 4 mila euro di pensione, indebitamente.
I finanzieri del gruppo di Tessera, che hanno condotto l’inchiesta, hanno conteggiato in tutto 228 mila euro percepiti indebitamente e hanno erogato multe per 684 mila euro.
Un’indagine delle Fiamme Gialle che è partita nel novembre 2014 a Jesolo, aveva portato alla luce un “traffico” simile: 331 lavoratori stranieri, impiegati negli alberghi di Jesolo per la stagione estiva, dal 2005 al 2013 erano riusciti a incassare l’indennità di disoccupazione nonostante nel periodo invernale tornassero al loro Paese d’origine per un danno totale per l’Inps di San Donà di circa 3 milioni di euro.
Redazione
20/07/2015
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