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Pedofilo a Rovigo, anche la foto di sua figlia scambiata con altri

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Pedofilo a Rovigo

Pedofilo a Rovigo scoperto dalla Polizia Postale con un’aggravante: la figlioletta di 7 anni nuda scambiata con gli altri pedofili, come “bonus” per accreditarsi, entrare nel giro dei pedofili.
Questo quanto ha fatto un operaio 37enne rodigino che ha scattato una foto della sua bimba, nuda, e l’ha inviata col cellulare ad un suo contatto campano.

Gli è andata male. Perchè al compagno di chat è arrivata la Polizia postale di Perugia che, seguendo un’altra indagine ha scoperto l’immagine choc della piccola. Non era uno scatto scaricato da Internet.

Gli agenti hanno esaminato i contatti che il campano teneva attraverso la rete, risalendo a chi l’aveva inviata. Un operaio di 37 anni, dalla sua casa in un paesino del Polesine.

Del fatto hanno iniziato così a interessarsi la Procura di Venezia e quella di Rovigo, e poco dopo l’uomo ha ricevuto la visita della Polizia Postale veneziana.
Su un computer, tre telefonini e quattro tablet, l’operaio custodiva oltre 150 file – tra video e foto – con il peggio della pedofilia: adulti ripresi in atti sessuali con minori, soprattutto ragazzine, a volte piccolissime. Nei dispositivi, però, nessuna immagine della figlia.

L’uomo è stato arrestato per possesso di materiale pedopornografico, su disposizione della Procura rodigina. Che ora, assieme alla PolPost, vuol capire di più.
Questo perchè in una seconda foto inviata al ‘contatto’ campano si vede la mano di una bambina – probabilmente sempre la figlia – accanto ad un adulto con i genitali scoperti. Lo sfondo, come per lo scatto
della bimba nuda, è quello della casa del rodigino. Il sospetto
è che quell’adulto sia lo stesso che ha scattato la foto.

L’indagine era partita da accertamenti condotti dalla polizia postale di Perugia su un tentativo di adescamento di minori in chat. Fascicolo poi trasferito per competenza alla procura di Venezia.

Gli investigatori perugini erano risaliti al contatto campano dell’operaio, un uomo perquisito diversi mesi fa. Nel suo telefono cellulare c’era la foto pornografica della bimba.

Attraverso i profili ‘fake’ utilizzati da quest’ultimo per pescare foto e video nelle chat, i poliziotti erano arrivati al giovane padre polesano.

Il perchè di quella ‘cazzata’, come l’ha definita l’indagato, sarebbe semplice e squallido: la figlia nuda gli serviva per crearsi le credenziali di pedofilo incallito, e assicurarsi di ricevere materiale hard dello stesso tenore.

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