Domenica 20 giugno un milione di cattolici ha pacificamente sfilato per le vie Roma in difesa della famiglia tradizionale.
Sino all’ultimo gli organizzatori avevano sperato in una parola di incoraggiamento da parte del Vaticano.
Contrariamente alle aspettative, la CEI ha snobbato l’evento mentre Bergoglio ha risposto il giorno dopo entrando in un tempio valdese.
All’opinione pubblica e ai cattolici, la prima volta di un papa dentro la chiesa dell’eretico Valdo (dopo le scuse e la revoca della scomunica di Bergoglia, ex eretico) è parsa come una normale ecumenica visita di cortesia tra cristiani.
In realtà, l’abbraccio ai valdesi e di conseguenza alla teologia “valdese” è equivalso ad un sonoro schiaffo inferto agli organizzatori e ai valori che hanno voluto portare in piazza.
I cattolici se ne facciano una ragione, tra il bigottismo medievale della chiesa di Roma e le aperture della chiesa valdese ai matrimoni gay, al testamento biologico, alla fecondazione artificiale e alla giustificazione per l’aborto, il papa ha chiaramente anticipato le linee pastorali del Sinodo di ottobre e del futuro della (fu) chiesa cattolica.
Gianni Toffali
Verona
23/06/2015