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OXI significherà dire no alle disuguaglianze sociali di coloro che abitano l’Europa

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Il risultato del referendum in Grecia non avrà ripercussioni positive immediate, ma è certo che ha destabilizzato chi pensava di avere già chiuso e vinto la partita contro i greci.

Di certo la Germania e, in misura minore, la Francia, dovranno fare i conti con il fatto che da questo momento le loro banche non potranno più continuare a dissanguare indisturbati gli esausti greci.

Le somme che il FMI e la BCE avrebbero “prestato” alla Grecia, non sono mai arrivate al popolo greco ma sono state dirottate verso le banche tedesche e francesi, e in minima parte verso le banche italiane.

Queste somme sono state utilizzate per pagare gli interessi di un debito che non potrà mai essere risanato, con l’aggravante che le ricette imposte finora hanno impedito che anche le risorse residue potessero essere utilizzate per far ripartire l’economia greca per consentire ai greci di uscire dal tunnel della povertà.

Con il referendum contro le misure di austerità, in Grecia la politica ha riaffermato il suo primato sulla finanza.
E sarà importante che il popolo greco trovi una sponda nel popolo spagnolo, l’unico che finora sia stato in grado di esprimere una forza politica di sinistra capace di contrastare la politica tedesca, posto che i movimenti politici di destra antieuropeisti sono ormai ingabbiati nel recinto del ribellismo, sostanzialmente estranei ad una opzione ideologica progressista e democratica che invece è riuscita ad esprimere Syriza.

Il socialismo democratico anticapitalista di Syriza, non dissimile da quello di Podemos, si è scontrato con il progetto di germanizzazione dell’Europa improntato sul mercantilismo spregiudicato che ha creduto nella deflazione salariale come panacea della competitività.

Il modello tedesco funziona solamente nella misura in cui i Paesi del sud Europa, a causa della differenza dei tassi di interesse rispetto alla Germania, pagano il debito impoverendosi.

Pur volendo supporre una uscita della Grecia dall’euro (nella consapevolezza che i trattati internazionali non lo consentono) a seguire potrebbe crearsi un’area valutaria alternativa con Spagna e Portogallo, e se ciò dovesse accadere, la Germania vedrebbe crollare il proprio mercato di esportazione nell’area europea, e in più sarebbe costretta a rivalutare la propria moneta annullando l’avanzo commerciale che ha potuto accumulare fino ad oggi.

La Merkel sa che la tenuta dell’euro ha più valore per la Germania che non per la Grecia dal momento che, allo stato attuale, la Grecia non ha molto di più da perdere di quanto non abbia già perso in termini di PIL e di potenzialità di ripresa da quando è stata messa sotto tutela dal FMI.

L’Italia, politicamente opportunista, con la destra di Renzi oggi esprime un neoliberismo di comodo, ma se dovesse spostarsi l’asse di interesse, salterebbe su qualunque altro carro.
OXI da oggi significherà dire no alle politiche che creano squilibri per lasciare spazio ad una unione di politiche europee che porti all’unificazione dei bilanci, e non più solamente della moneta.

OXI significherà dire no alle disuguaglianze sociali per consentire di salvaguardare la dignità di coloro che abitano l’Europa.
Tutti.

Carla Corsetti
Segretario Nazionale di Democrazia Atea

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