Ospedale di Medici Senza Frontiere (Msf) bombardato da caccia Usa. L’attacco è avvenuto nella città di Kunduz dove vi è un assedio di talebani. La responsabilità americana è apparsa da subito praticamente certa.
Si è trattato di un bombardamento devastante e ripetuto per quasi mezz’ora dopo le due di notte, che ha ridotto in briciole parte della struttura e causato un grave incendio, proprio mentre negli stessi istanti i medici davano soccorso alle vittime dei combattimenti iniziati lunedì.
La conferma in tarda notte: il portavoce Usa a Kabul, Brian Tribus, ha ammesso che i bombardamenti «potrebbero aver causato danni collaterali a una struttura medica di Kunduz».
L’ospedale dell’organizzazione umanitaria ‘Medici senza Frontiere’ è stato letteralmente sventrato a Kunduz City, nel nord dell’Afghanistan, in un attacco aereo notturno, realizzato da velivoli Usa della Nato, che ha causato una strage di almeno 19 fra medici, civili ricoverati e persone addette alla sicurezza, ferendo anche altre 37 persone. Tra le vittime anche tre bambini.
La tragedia è avvenuta mentre nel ‘Trauma Center’ di Msf erano in corso vari interventi chirurgici per salvare la vita di persone vittime del conflitto che da lunedì impegna centinaia di talebani, che hanno occupato la città, e le forze di sicurezza afghane.
Le bombe, hanno riferito testimoni oculari, sono cadute per decine di minuti a partire dalle 2.15, seminando morte e distruzione. E questo mentre i responsabili di Msf tentavano in “febbrili telefonate” alla Nato e a Washington di mettere fine all’incubo.
Quando è scattata l’emergenza, la struttura operava al massimo delle sue capacità, con 105 pazienti accompagnati da famigliari e 80 membri del personale nazionale ed internazionale.
Qualche ora dopo toccava al portavoce del ministero dell’Interno afghano, Siddiq Siddiqi, affrontare i media per dare una spiegazione dell’accaduto. Dentro l’ospedale, ha detto a Kabul, “si nascondevano 10-15 terroristi” che “sono stati tutti uccisi. Ma fra le vittime, ha concluso, “ci sono stati anche dottori”.
Di fronte alla gravità dell’accaduto, la Missione dell’Onu in Afghanistan (Unama), il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) e la ong Emergency di Gino strada, che pure ha ospedali nel Paese, hanno condannato il bombardamento.
Emergency in una nota in cui ha espresso solidarietà a Msf, ha anche sostenuto che la “violenza e l’instabilità in cui sta precipitando l’Afghanistan rende sempre più difficile garantire l’attività degli operatori umanitari e questo rischia di tradursi in un ulteriore danno per la popolazione”.
Redazione
04/10/2015
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