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Nuovo virus cinese, casi confermati a Roma. Un sospetto in Veneto. Ultime news e aggiornamenti

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Nuovo virus cinese: il virus è arrivato in Italia, è ufficiale.

Due casi sono infatti stati confermati a Roma. Si tratta di marito e moglie cinesi a Roma per turismo.

La coppia era sbarcata all’aeroporto di Malpensa. Oggi si trovano ricoverati allo Spallanzani.

Ed ora c’è un caso sospetto in Veneto.

Si tratta di uno studente minorenne che ha accusato sintomi influenzali e febbre dopo essere rientrato con la madre da un viaggio in Cina.

Lo studente, residente nel Trevigiano, di nazionalità cinese, potrebbe costituire il primo caso sospetto di coronavirus in Veneto.

Avendo accusato i sintomi dell’influenza dopo aver fatto ritorno dal Paese in cui si sta diffondendo il virus, lo studente è stato inviato dal proprio pediatra all’ospedale di Treviso.

Non è stato ricoverato, ma dimesso con l’obbligo di restare ‘blindato’ dentro casa, evitando il più possibile i contatti anche con i familiari.

I medici hanno eseguito un tampone sul paziente e l’hanno inviato per le analisi all’ospedale Spallanzani di Roma.

Intanto l’ultimo aggiornamento ufficiale parla di 213 morti e 2.000 nuovi casi di infezioni confermate in Cina. Ieri mattina (giovedì), al momento di scrivere il report del giorno, i dati ufficiali parlavano di 170 decessi. Giovedì è stato infatti dichiarato il giorno in cui si sono verificati più decessi.

Sul fronte dei nuovi contagi, i nuovi casi accertati solo ieri sono stati 1.982, portando il totale a ridosso delle 10.000 unità, a quota 9.692. Questo quando le persone tenute sotto osservazione sono circa 102.000 a causa di possibili sintomi della misteriosa polmonite che vanno approfonditi.

Il Giappone, intanto, ha promulgato una ordinanza secondo cui è vietato entrare nel paese con i sintomi della malattia. Alle persone a cui verrà riscontrato di aver contratto il nuovo coronavirus cinese non sarà consentito di entrare in Giappone. Lo ha detto il premier nipponico Shinzo Abe.

Gli ultimi tre casi di infezioni riguardano nello specifico una studente cinese di circa 20 anni che vive nelle prefettura di Kyoto, un cittadino straniero di 50 anni residente nelle regione a ovest di Mie e un autista di pullman di 30 anni proveniente dalla provincia cinese dell’Hubei.

Il ministero della Salute nipponico ha precisato che il Giappone non attraversa una fase in cui si può affermare che il virus si stia diffondendo velocemente, ma raccomanda alla popolazione di prendere le dovute preoccupazioni comuni a tutte le malattie infettive come l’influenza e il raffreddore.

Il governo giapponese intanto ha anticipato a questo sabato l’implementazione delle misure che consentono alle autorità l’obbligo del ricovero in ospedale per le persone infette.

Gli Stati Uniti, invece, hanno emesso un’avviso in cui chiedono agli americani di non viaggiare in Cina a causa del coronavirus. Lo rende noto il Dipartimento di Stato.

“I viaggiatori dovranno aspettarsi che vengano introdotte restrizioni di viaggio improvvisamente e senza preavviso. I vettori commerciali hanno tagliato o sospeso le rotte da o verso la Cina”, spiega la diplomazia americana sul suo sito web.

Gli americani “attualmente in Cina dovrebbero esplorare la possibilità di lasciare il Paese con mezzi commerciali. Il Dipartimento di Stato ha chiesto che tutti i dipendenti non essenziali del governo degli Stati Uniti rimandino i loro viaggi in Cina a causa del nuovo coronavirus”, ha aggiunto il dipartimento di Stato.

Il livello di allerta americano per la Cina è ora 4 su una scala di 4, lo stesso livello di paesi come l’Afghanistan, l’Iraq o l’Iran. Washington aveva già alzato l’allerta lunedì, chiedendo ai suoi cittadini di evitare di andare in Cina.

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