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Veneto, 165 morti in 24 ore. A Verona non ci sono più letti negli ospedali

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Veneto, 165 morti in 24 ore. E’ oggi il giorno più nero per la nostra Regione.
E’ una regione che sembra ormai alle corde contro il Covid, anche se il presidente Zaia ha spiegato oggi che nel bollettino dei morti di oggi c’è un riporto di una quota di deceduti di ieri.
Ma non sono solo i contagi a fare impressione – balzi di 3-.4.000 casi al giorno – assieme alla crescita impetuosa dei morti stanno a segnare una situazione drammatica.
Oggi il record dall’inizio dell’epidemia: 165 decessi in 24 ore, dato che supera il giorno ‘nero’ del 10 dicembre scorso, quand’erano stati stati 148.
Il Veneto da solo fa un quinto degli 846 morti registrati oggi nel Paese.
Il giorno più buio, di fronte al quale il governatore Luca Zaia non ha nascosto forte preoccupazione: “Siamo qui che preghiamo perché arrivino i vaccini, perché sarebbe un raggio di sole in questa tragedia” ha detto.
Il presidente ha ammesso che “la situazione è pesante: 3.324 ricoverati, più 57 nelle ultime 24 ore, sono un numero importante; è come se quasi 7 ospedali grandi di provincia fossero orientati per i pazienti Covid”.
C’è poi l’altro fronte poco confortante: le Rsa.
“Ci ritroviamo

con una risposta peggiorata nelle Case di riposo – ha spiegato Zaia – Nonostante si siano fatte misure di prevenzione che a marzo ci sognavamo. Oltre ad essere blindate, nelle case di riposo facciamo tamponi agli operatori, agli ospiti, abbiamo messo a disposizione tamponi rapidi ai visitatori”.
Eppure, ha confermato Zaia, “abbiamo più mortalità nelle Rsa di quella che avevamo a marzo quando giustificavamo il dato, minore, dicendo che non c’erano i dispositivi, non c’era una campagna aggressiva di testing. Inoltre, la maggioranza delle case di riposo erano senza virus, pulite. Adesso il virus è entrato a macchia di leopardo un po’ dappertutto”.
Per il momento, tuttavia, niente giro di vite autonomo, con ordinanze, nella regione che tutti invece sembrano aspettare ormai da giorni.
La partita, ha spiegato il governatore, in accordo con i sindaci, si sta giocando:

“in una un’interlocuzione delle Regioni con il Governo per capire quali misure adottare. Ma non andiamo in ordine sparso. E’ innegabile gli assembramenti nelle città sono un tema nazionale”.
I report sulla mortalità da Covid confermano intanto che c’è stato un peggioramento dell’incidenza di decessi rispetto al tasso di mortalità per altre cause.
Nella prima ondata, dal 21 febbraio a fine aprile, la mortalità in Veneto era salita nel complesso del 38% sulla media del periodo nei 3 anni precedenti. Quindi c’era stato decremento di questa curva, (+10%), a fine ottobre. Ma a novembre il dato è schizzato in alto, +44%.
Il quadro della drammatica situazione in Veneto si completa attorno alle 19.30 di sera con l’ultima notizia lanciata dall’Ansa: “Covid: dg Ulss 9, non ci sono posti negli ospedali”.

“I contagi sono ancora troppo alti. I posti letto negli ospedali di comunità sono tutti esauriti tranne qualcuno a Bovolone. In più sono esauriti anche i posti per la riabilitazione. In sostanza è esaurito il sistema a tutti i livelli assistenziali”.
Lo ha detto il direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, Pietro Girardi, facendo il punto dell’emergenza Covid in videoconferenza.
“La nostra preoccupazione – ha spiegato – è che la gente si sta riversando sui Pronto soccorso, che sono al collasso”.
Girardi ha lanciato un appello: “Dobbiamo cambiare i nostri comportamenti. E qualche cambiamento arriverà anche dalla politica, perché non possiamo rovinarci con le nostre stesse mani. Dobbiamo essere più attenti. Se lo facciamo, già tra cinque giorni si vedranno i primi risultati. I Pronto Soccorso si alleggeriranno e a cascata anche gli altri reparti. Permettendo anche di riprendere le attività di chirurgia ed extra Covid che in questo momento sono interrotte quasi del tutto”.
Quanto ai Covid hotel il dg dell’Ulss 9 ha concluso ricordando che “il bando scade domani e già da mercoledì si andrà a trattativa privata con gli albergatori per capire costi e modalità”.

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