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Municipalità, Martini e Baretta si ricompongono sul candidato Marco Borghi. L’ok di Gasparinetti

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Non sarà Giorgio Dodi, attuale segretario provinciale del Partito Democratico, il candidato presidente della municipalità di Venezia bensì Marco Borghi: nome che ha unito i candidati sindaci Giovanni Andrea Martini e Pier Paolo Baretta che fino a oggi non erano riusciti a trovare un accordo. «La candidatura di Marco Borghi, che ringrazio della disponibilità, a presidente della municipalità di Venezia, definisce il quadro dei candidati presidenti del centro sinistra», ha commentato Baretta. Marco Borghi a Venezia dunque, Danny Carella al Lido, Marisa Gruarin a Mestre, Renzo Rivis a Zelarino-Chirignago, Flavio Dal Corso a Marghera e Roberta Tossato a Favaro. Si chiude con questo sestetto la partita sulle municipalità della coalizione di centro-sinistra che sostiene Pier Paolo Baretta come candidato sindaco di Venezia.

«Abbiamo lavorato e lottato per far capire che le scelte sono importanti e che non si possono applicare alla vita della città le logiche di partito. La soluzione che volevamo è arrivata. La scelta di Marco Borghi è proprio quella che da mesi chiedevamo per qualità e per rappresentatività», ha detto Martini.

«Non un’unione sulla carta, fatta a tavolino nelle chiuse stanze, ma un’unione partecipata, che nasce dalle esigenze del territorio», continua Martini. «Un nome trasversale – per Baretta – capace di aggregare un ampio campo politico veneziano oltre gli schieramenti tradizionali».

Marco Borghi è direttore dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza), personalità di spessore culturale, impegnato nell’associazionismo e nel volontariato, vicino ai temi della cultura, della rigenerazione urbana, del dialogo intergenerazionale; conosciuto e radicato in città. Classe 1965 vive a San Polo, è sposato e padre di 3 figli. È stato membro del comitato scientifico della rivista “Venetica,” annuario di storia
contemporanea delle Venezie, membro del consiglio direttivo del comitato provinciale dell’Anpi Venezia e membro del comitato scientifico del centro studi Silvio Trentin di Jesolo. Ad oggi è nel consiglio direttivo dell’Anpi 7 Martiri di Venezia.

«Una carica che accetto con spirito civico di servizio – ha dichiarato Borghi dopo la candidatura a presidente di municipalità di Venezia  – Ho risposto alle sollecitazioni ricevute anche da tanti amici e cittadini veneziani che condividono con me una visione di città basata sul confronto e il dialogo tra le persone. Credo molto nel decentramento e nella partecipazione dal basso, spero che le municipalità tornino ad essere cerniera tra l’autorità centrale e il territorio». Baretta ha ringraziato Giorgio Dodi: «Ha gestito questa difficile fase e ne ha condiviso il percorso per offrire a questa città una forte occasione politica».

Borghi incassa anche il favore del candidato sindaco Marco Gasparinetti. «La scelta di virare su una persona che non ha tessere di partito non può che essere un segnale favorevole perché Marco Borghi da sempre si è dimostrato una persona di elevato spessore», dice Gasparinetti. Borghi è marito di una candidata al Consiglio comunale di Terra e Acqua 2020, Veronica Sarti. «È positivo sapere che il centrosinistra ha accolto le nostre critiche, comprendendo che non è possibile affidarsi a un mero gioco di poltrone», ha concluso il candidato. A.G.

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