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Chiesa Cattolica e immigrazione: il grande senso di colpa dell’italiano medio

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Sbarchi migranti record nel 2016, si prova nuovo accordo con la Libia

Molti credenti italiani sono, nell’attuale periodo storico, combattuti tra due sentimenti opposti: le evidenti contraddizioni e l’insostenibilità degli attuali flussi migratori (gestiti da mafie internazionali e su cui lucrano anche numerosi soggetti collegati al «business» dell’accoglienza) e l’atteggiamento pro-migranti-clandestini di larghe sezioni del clero cattolico con al vertice lo stesso Papa Francesco. «E’ tutto insostenibile, ma mi sento “cattivo” se non accolgo i migranti-clandestini» è il pensiero occulto di milioni di italiani.

Ne deriva così l’atteggiamento ipocrita e claudicante dell’italiano medio che cela una sostanziale ignavia, una reale assenza di presa di posizione, in un contesto in cui i flussi migratori sono destinati a contribuire notevolmente alla dissoluzione dell’intera nostra società.

Prima domanda: perché la Chiesa Cattolica si intromette così tanto nella vita politica dello Stato italiano e del Popolo italiano con un Papa apertamente pro-migranti-clandestini?

Non è mia intenzione ora evocare il principio di laicità dello Stato, caro alla cultura massonica ottocentesca. A mio avviso, è molto più centrale evidenziare un fatto storico ben più antico e tornare indietro di mille anni, ovverosia al Grande Scisma del 1054 tra la Chiesa Cattolica (che si autodefinì cattolica dal greco καϑολικός, ovverosia universale) e la Chiesa Ortodossa.

Dopo lo Scisma, il Patriarcato d’Occidente, con al vertice il suo Vescovo di Roma, si trasformò lentamente da uno dei cinque Patriarcati del mondo antico in uno Stato secolare potentissimo governato da un vero e proprio capo di Stato: il Papa. La lotta per le investiture, la rivalità contro l’Imperatore, le alleanze politiche con Re e Capi di Stato, l’Inquisizione, la Cattività Avignonese, la vendita delle indulgenze, l’irrigidimento dogmatico della Scolastica e la conseguente lotta contro la nascente scienza moderna sono tutte tendenze storiche che emergono in modo preponderante all’interno della Chiesa Cattolica dopo il Mille. Non è un caso che le Chiese Ortodosse non possiedano nemmeno una frazione delle risorse economiche del Vaticano; che non si siano mai trasformate in uno Stato; che non abbiamo mai venduto indulgenze in modo sistematico; che non abbiano mai seriamente contrastato la ricerca scientifica; che abbiano difeso solo i Dogmi fondamentali della Fede Cristiana dei primi Sette Concili Ecumenici antichi, lasciando ampia libertà all’opinione teologica/filosofica/scientifica su questioni non centrali.

La «prostituzione» con i re della terra, tanto per parafrasare un passo dell’Apocalisse, non poteva non contaminare un’istituzione a fini temporali come la Chiesa Cattolica fino a generare i Papati del Rinascimento con a capo «soggetti» come l’orgiastico Papa Alessandro VI Borgia, la successiva violenta Riforma Luterana, le conseguenti Guerre di Religione, la Controriforma, i curiosi dogmi ottocenteschi quali quello dell’Infallibilità Papale e i più recenti scandali dello IOR e della diffusa pedofilia tra il clero.

La Chiesa Cattolica non ha perso la sua natura di ente politico: essa è uno Stato, lo Stato del Vaticano, e dispone di risorse finanziarie immense (IOR e altri enti) ed è del tutto naturale che tenti, come potere economico-politico, di ingerirsi negli affari dello Stato italiano e degli altri Paesi.

La questione dell’immigrazione non è estranea agli interessi della Chiesa Cattolica. Non soltanto le organizzazioni cattoliche ricevono denaro pubblico e privato al fine di gestire questi flussi, ma tali spostamenti di masse di popolazioni rappresentano un’occasione di guadagnare fedeli, donazioni, visibilità e, non da ultimo, alleanze politico-economiche con gli ex nemici di sinistra, altri sostenitori dei diritti dei migranti-clandestini, e del grande capitale transnazionale (quest’ultimo ha tutto l’interesse a demolire il fronte dei lavoratori nazionali al fine di ridurre il costo del lavoro e favorire la competitività nei nuovi mercati globali).

C’è solo un problema di fondo? Qual è lo scopo della Chiesa? Salvare le anime, non creare effimeri paradisi in terra (che non esistono e non esisteranno mai).

Uno dei primi insegnamenti che impartirebbe un Gerontas (Padre Anziano) Ortodosso è che l’uomo, essere caduto, può guarire dal peccato, percepito come una vera e propria malattia nella tradizione orientale, attraverso il Sacrificio di Gesù Cristo. Al contrario i tentativi politici di creare paradisi in terra, o comunque mondi ideali, sono percepiti con enorme scetticismo e sono alle volte definiti come «immanentismo giudaico».

Cos’è l’immanentismo giudaico? Esso è l’errore archetipico che commisero gli Ebrei, i quali aspettavano un capo politico che li liberasse dai Romani e di conseguenza rifiutarono Cristo. Come finì? Finì con le Guerre Giudaiche, la devastazione di Gerusalemme e con i tristissimo epilogo di Simon Bar Kokheba, che si autoproclamò Messia e che guidò l’ultima rivolta giudaica contro Roma. L’Imperatore represse la ribellione, Gerusalemme fu trasformata in una città ellenistica con il nome di Aelia Capitolina e nulla poté più fermare la Diaspora finale di tale popolo.

Tutte le grandi ideologie politiche e le grandi rivoluzioni dell’età moderna sono figlie di quest’icona, di questa immagine nella mente dell’uomo caduto: creare un paradiso in terra, liberarsi da qualcuno o da qualcosa (liberarsi dai Romani, dal sistema capitalistico ecc), confidando solo sulle forze umane e credendo che questo sia il fine ultimo dell’esistenza umana. Al tempo stesso tutte le grandi ideologie politiche e le grandi rivoluzioni hanno prodotto guerre, dolore, devastazione, morte e infine sono collassate sotto il proprio stesso peso: dalla Rivoluzione Francese a quella Russa.

Nel mondo contemporaneo nella mente di molti cattolici si è formata questa curiosa icona, questa curiosa immagine che è possibile un mondo di fratellanza, tolleranza e pace universale di tipo laico (precipitato dell’ideologia massonica); che i migranti-clandestini vanno accolti a tutti i costi; che è tutta colpa nostra se sono così; che si deve lottare contro le «discriminazioni» e contro l’autoritarismo, al fine di creare una società ideale (paradisiaca) qui in questo mondo. Papa Francesco è l’esponente di spicco di questa forma mentis. Non è escluso che «forze politiche occulte» (ben diverse dallo Spirito Santo) abbiano contribuito alla sua elezione al fine di cementare alleanze tra Chiesa Cattolica, capitale transnazionale, logge massoniche e sinistra «degenerata», «amicizie» incompatibili con il vecchio Papa Ratzinger, molto più tradizionale. Tuttavia, queste sono solo ipotesi e speculazioni.

Ciò che è importante è che questa fratellanza laica universale rappresenta la versione contemporanea dell’immanentismo giudaico di larghe sezioni della Chiesa Cattolica, ovverosia essa rappresenta l’ideale «paradisiaco» a cui tendere in questo mondo. Da qui la cultura dell’accoglienza, il tentativo di instillare sensi di colpa se si difendono ideali sociali e nazionali, l’alleanza con la vecchia sinistra e con il capitale globale.

Ma tutto ciò non rappresenta una novità. La Chiesa Cattolica, in quanto stato e potere temporale, è ampiamente immersa in tale orientamento culturale da almeno mille anni. In passato l’immanentismo giudaico si manifestò ora come «Papa contro Imperatore uguale difesa Regno di Cristo in terra»; ora come «Inquisizione uguale difesa del Regno di Cristo in questo mondo con la morte degli eretici»; ora come «Ti vendo l’indulgenza e ti salvo in cambio di denaro per la gloria e lo splendore temporale della Chiesa contro i suoi nemici»; ora come «Sbarchiamo nel Nuovo Mondo e convertiamo tutti con la forza». In parole essenziali, la Chiesa come promotrice di un paradiso/mondo ideale in terra capace di eliminare i nemici, veri o presunti tali, che ostacolano la realizzazione di tale obiettivo.

L’attuale paradiso immaginato da larghe sezioni della Chiesa Cattolica è proprio un grande mondo pacifico, globalizzato, una fratellanza universale a prescindere dalla stessa fede, dalla stessa religione, e in cui tutti possano vivere in armonia. Tuttavia, in quest’icona di paradiso in terra, in questa curiosa immagine prodotta dalla fantasia umana, brilla già la sinistra luce della Babilonia che verrà. Caos, business dell’immigrazione, criminalità dilagante, degrado morale, economico, politico, miseria, disoccupazione che porteranno prima a instabilità politica e successivamente a delle guerre. Già oggi si inizia a intravedere tutto questo.

La Chiesa Cattolica e il suo Vertice sembrano aver perso di vista il loro fine ultimo, ovverosia la salvezza delle anime, e sembrano aver dimenticato totalmente che, nei tempi ultimi, non si realizzeranno paradisi in terra, ma ci saranno grandi tribolazioni.

Rimossa ogni reale Fede, rimosso ogni principio di Autorità e di senso morale, non è escluso che le nuove generazioni di «bimbiminkia autorefenziali» italiani che dilagano su Facebook e sui «social media» si ibrido idealmente e geneticamente con i cosiddetti «migranti» dando luogo a una società di questo tipo:

«Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!» 2 Timoteo 3.

Ditemi se non è il quadro attuale in cui l’apparenza della pietà è null’altro che il «politicamente corretto» della mondo politico occidentale, della scuola, delle istituzioni e di larghe sezioni della Chiesa Cattolica?

«Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene» (τὸ κατέχον in greco è chi o ciò che trattiene) 2 Tessalonicesi 2,6-7.

Il liberalismo politico e il relativismo morale hanno progressivamente rimosso ogni forma di κατέχον -katéchon- in Occidente, aprendo le porte al mistero dell’iniquità. Il progressivo degrado in cui viviamo è solo la logica conseguenza di tutto questo.

Non è mia intenzione scrivere un articolo di Teologia in questo breve scritto, ma semplicemente rilevare che lo spazio della Chiesa è quello spirituale.

Ai problemi politici del mondo temporale provvede Cesare che deve essere ispirato da un senso etico-razionale intriso di spirito pratico. Cesare non ha come scopo la creazione di paradisi in terra; non ha nemmeno eccessivi scrupoli di tipo «morale», in quanto tutela interessi di natura superindividuale: egli deve permettere la civile e pacifica coesistenza (per quanto sia possibile) della collettività che governa. I bisogni essenziali della collettività e la pace sociale prevalgono sia sulle esigenze del singolo che sulle icone-fantasie prodotte dalle menti degli idealisti.

Cosa significa tutto ciò in termini pratici e senza girarci intorno nel nostro caso?

Primo: nessuno scrupolo pseudo-etico a respingere i barconi; nessun problema di tipo pseudo-etico a sgomberare con la forza edifici pubblici occupati abusivamente da migranti-clandestini che sono solo un focolaio di crimine, degrado e futuri nuclei di bidonville; nessuna difficoltà a liquidare le mafie che gestiscono il business dell’immigrazione e, se necessario, anche i loro collegamenti con le organizzazioni non governative, incluso quelle cattoliche, che agevolano tali flussi migratori.

Secondo: è bene che l’uomo europeo abbia ben chiaro il seguente concetto: se tali popoli da cui provengono i migranti-clandestini non sono in grado di dar vita a società civili, si può fornire un moderato supporto economico esterno, ma rimane principalmente un problema loro e non nostro. Non siamo i moderni «crociati» dei diritti umani, dei diritti civili, della pace universale; né dobbiamo assumere su di noi tutti i «peccati» del mondo nel velleitario e fallimentare tentativo di salvare (tra l’altro in modo laico) l’umanità. Ragionando così non si fa altro che inseguire il sogno archetipico di un paradiso terrestre che, per eterogenesi dei fini, non fa altro che generare un inferno sulla terra (la futura Babilonia che verrà).

La Chiesa Cattolica è sempre più immersa in questo orientamento culturale ed è destinata a dissolversi in un buonismo laicista di matrice massonica in cui non vi sarà più differenza tra credente e non credente. E’ solamente il naturale epilogo di mille anni di degenerazione politica e di «prostituzione» con i potenti di questo mondo. Di conseguenza, è bene che i fedeli cattolici non diano troppo peso a questa politicizzazione della Chiesa Cattolica che rappresenta solo uno dei tanti indizi della sua profonda crisi e mancanza di reale identità spirituale, nonché un evidente sintomo della sua prossima dissoluzione. Infatti, «se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini» sta scritto nel Vangelo di Matteo.

Inoltre, a tutti coloro che fossero interessati a un pensiero cristiano più autentico, invito a leggere la Filocalia o le opere di San Gregorio Palamas. Non è il Cristianesimo dei post su Facebook dell’attuale Papa, statene certi!

In tali scritti non si parla di politica, ma si cerca di curare l’uomo dal peccato attraverso l’azione salvifica di Gesù Cristo, lasciando a Cesare quel che è di Cesare. Anche le società indirettamente migliorano con l’applicazione di tali principi da parte dei cittadini nella vita di ogni giorno. Tuttavia, questa è solo una conseguenza indiretta di un percorso di Salvezza spirituale che non ha come obiettivo la creazione di paradisi in terra o di mondi ideali. Del resto, il fondatore stesso della Chiesa disse: «Il mio Regno non è di questo mondo».

Avv. Gianluca Teat
(Autore del Breve manuale operativo in materia di licenziamenti, 2016, Key Editore
Coautore di Corte Costituzionale, Retribuzioni e Pensioni nella Crisi. La sentenza 30 aprile 2015, n. 70, 2015, Key Editore)

Potete contattarmi via e-mail all’indirizzo avv.gianluca.teat@gmail.com oppure attraverso il mio profilo Facebook Avv. Gianluca Teat o visitare il mio sito internet
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  1. Un’analisi molto lucida su questa chiesa bergogliana: globalista e trans confessionale, dove “accoglienza” e “dialogo” sarebbero la chiave per costruire “IL MONDO NUOVO”, in realtà vecchia utopia illuminista, liberale, comunista, MASSONICA. Distruzione dell’IDENTITA’ e della STORIA di ogni popolo, a partire da quello italiano, già debole e sgangherato di suo. Se leggi “Famiglia cristiana” il loro ideale é il METICCIAMENTO tra etnie, sia fisico, sia culturale, sia politico, sia religioso. L’apoteosi martellante della “apertura al diverso”. Il ripudio contro gli unici che essi ritengono peccatori: quelli “rigidi” e “chiusi”, perennemente bacchettati da “papa Francesco” e dai suoi microfoni come Galantino, Delfini, Bertone… In parallelo, la SCUOLA ITALIANA sta procedendo sulla stessa linea e con analogo metodo. Scuola che “accoglie” e ovviamente manda avanti tutti, oves et boves. Se gli insegnanti vengono spesso derisi e vilipesi, talvolta anche malmenati, la ragione é semplice. Sono dei “tutor” anziché docenti e devono gestire la massa dei “mandati a scuola”, in mezzo ai quali gli STUDENTI (attitudini di base, con applicazione agli studi) diventano una MINORANZA senza diritti, a differenza dei BULLI e dei CRETINI, intorno ai quali ruotano “accoglienza”, “inclusione” e “recuperi”…A prova che tutti quanti sono buoni, belli, bravi, da promuovere! Chi non si adegua al verbo socio-progressista é INADATTO ad insegnare. In una parola: IL PROBLEMA é lui ! In conclusione: le due “chiese” si assomigliano: quanto si assomigliano!

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