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Non fidarti di Peter Pan – La quarta avventura del detective Gurney

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non fidarti di Peter Pan

Riuscire a scrivere un buon thriller non è cosa semplice, si rischia sempre di incappare in banalità e di far scoprire al lettore chi è la mente dietro alcuni omicidi o situazioni, ancora prima che si sbrogli la matassa narrativa. Il rischio non si corre con John Verdon che con il suo “Non fidarti di Peter Pan” edito da Piemme, continua le avventure del detective Dave Gurney, in un’opera a puzzle, a domino tanto quanto a Matrioska che, attraverso un climax sempre più crescente, affascina alternando azione a ragionamenti psicologici.

Dave Gurney, pluridecorato poliziotto del nypd ora in pensione, non rinuncia di tanto in tanto a interessarsi a qualche caso apparentemente senza soluzione − provocando le ire della moglie, che lo vorrebbe impegnato in attività meno rischiose. Ma ci sono tentazioni a cui è impossibile resistere, e per Gurney il pericolo è una di queste. Stavolta, è alle prese con l’omicidio di Carl Spalter, candidato al posto di governatore dello stato di New York, freddato mentre pronunciava il discorso funebre al funerale della madre. Omicidio per cui è stata ingiustamente condannata sua moglie – una sentenza che appare chiaramente pilotata. Ma il caso è tutt’altro che chiuso e, come scoprirà ben presto Gurney, la posta in gioco tutt’altro che bassa: perché là fuori c’è il vero colpevole, qualcuno che, protetto dall’anonimato, è deciso a colpire ancora. E Gurney arriverà molto presto a seguirne le tracce, scoprendo un nemico diabolicamente intelligente, che viene da molto lontano, e ha un insolito soprannome: Peter Pan. Un assassino talmente scaltro che per il poliziotto l’unico modo per fermarlo sarà diventare il suo prossimo bersaglio.

Verdon è uno di quegli autori che sa come intrattenere il lettore, come legarlo a lui in maniera inconscia, lentamente, prima ammiccando e poi trascinandoti in una passione pirotecnica che ti incolla alle pagine e non ti molla più. Questa quarta avventura del detective Gurney è assolutamente all’altezza delle altre, mettendo in scena un killer complesso dal punto di vista psicologico, letale e dalla fisionomia alquanto particolare. Perché in un assassino dalle fattezze di un bambino che non vuole crescere, come Peter Pan appunto, si nasconde dietro un’analisi attenta e perspicace dell’autore. Come può una persona che non può crescere fisicamente, che sembra quasi un folletto, poter compiere crimini da adulto senza scupoli? Perdita della fanciullezza e perdita di una delle cose più sacre, la famiglia, elemento cardine di questo thriller che, se vogliamo dirla tutta, è ancora meglio narrato dei suoi precedenti. Famiglia da conquistare e da perdere, famiglia che si sfacela tra le mani di due bambinoni che giocano con le loro vite, tenute a loro volta da un burattinaio che sembra un fanciullo.

Immagini suggestive e macabre si susseguono in una corsa contro il tempo dove è anche l’ambientazione a fare da padrone, dove l’ambiente bucolico si colora di rosso del tramonto, ma anche del sangue, in un thriller per l’estate che non potete perdere.

Sara Prian

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