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Non è vero che le nutrie non hanno un predatore

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nutria sile

E’ giunta a questa Associazione la segnalazione da parte di un socio che ci informava della presa di posizione a mezzo organi di stampa del presidente della Confagricoltura della Provincia di Venezia in merito all’asserita pericolosa invasione di nutrie nel territorio.

Questa Associazione preso atto di quanto riportato, rilascia la seguente dichiarazione:
E’ prassi comune, quella di attribuire i cedimenti arginali alla fauna o alla vegetazione, anche nei casi in cui questo non è scientificamente comprovabile, ma gli amministratori pubblici, non sempre preparati nella materia, confidano nella scarsa conoscenza collettiva e preferiscono seguire questa strada piuttosto che ammettere che alla prevenzione e alla manutenzione della rete idrica si destinano pochi fondi e che ci sono responsabilità anche a valle, ovvero nella gestione della rete idrica minore da parte dei singoli agricoltori.

Quel che proprio non si consolida nel comune sentire è che la
gestione dei fossi rientrava tradizionalmente nelle attività degli agricoltori che fino a pochi anni fa sapevano da soli mettere in atto azioni di quella che oggi chiamiamo ingegneria naturalistica, ovvero sapevano usare salici e piante “leggere” e tipiche dei corsi d’acqua per consolidare le sponde, sapevano che il trattore doveva fermarsi a una certa distanza dall’argine nei lavori agricoli per lasciare una fascia erbacea che tornava utile per il bestiame e impediva i cedimenti, (oggi sovente si coltiva sino a bordo fossato) sapevano che i fossati dall’aspetto più sinuoso e con le sponde meno ripide trattenevano e cedevano più lentamente l’acqua di piena.

Attualmente questa saggezza è andata in buona parte perduta con il risultato che il raddrizzamento, la verticalizzazione delle sponde, la mancata prevenzione e corretta gestione, uniti alla cementificazione capillare, hanno portato alla situazione attuale. E quando i fondi per la gestione arrivano a spot si procede a degli scempi, distruggendo interi ecosistemi con canalizzazioni anche dei corsi d’acqua più dolci. Le nutrie per fare le tane sono facilitate proprio da questa verticalizzazione delle sponde, mentre si è visto che per angoli di riposo più piccoli i danni sono contenuti o assenti.

Esse hanno sicuramente degli effetti ambientali, ma non è nascondendosi dietro la foglia di fico che si possa pensare di risolvere il dissesto idrogeologico, continuando a ignorare i problemi più gravi a monte. Un bell’intervento, sicuramente da sperimentare
anche da noi, è quello del parco Agricolo Sud di Milano, che ha utilizzato accanto alla risagomatura delle sponde, la posa di georeti a prova di dente di nutria.

Non è poi vero che la nutria non abbia almeno un predatore: la volpe! Ad ora abbiamo dati oggettivi che questo carnivoro rappresenta un valente antagonista di questa specie alloctona. Ma la volpe si trova ad essere a sua volta cacciata.”

Un cordiale saluto

Delegato LIPU – BirdLife It. Sez. Venezia
Dott. Gianpaolo Pamio

09/03/2015

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