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Natale quotidiano fra il mercato di Mestre. Di Andreina Corso

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I giorni arretrano e il Natale è già alle porte. Inevitabilmente inizia “l’osservazione” su cosa comprare, si fanno i conti, ma i soldi per i più sono sempre pochi. Si aggirano uomini e donne che chiedono qualche spicciolo, chi con la mano tesa, chi con il cappello capovolto. I più non danno niente, qualcuno fruga in tasca e dona.

Una signora si informa sul prezzo del pesce e si fa convincere da un allegro e vociante venditore ad acquistare tre chili di orate a prezzo speciale. “Un po’ di pesce ci vuole a Natale”, racconta all’amica che si fa contagiare e ordina anche lei quei tre chili di pesce che “fanno tanto Natale”. Un buon antipasto, faremo un figurone, commentano soddisfatte.
“Però niente regali, solo ai bambini una cosina, ho già avvertito tutti!”

“Si dice sempre così, tutti gli anni, e poi i pacchetti soffocano l’albero!” Le signore sono un po’ pentite di aver comprato il pesce, ma del resto arrivano i figli, i nipoti e anche se gli euro scarseggiano, si fa lo stesso.

Un buon sistema per risparmiare, è cucinare tanta verdura… commentano e intanto si mettono in fila (dopo aver preso il numero) davanti ad un banco enorme che offre frutta e verdura a prezzi stracciati. Di buono c’è che hanno un carrello grande e robusto, dono natalizio dei figli l’anno prima: ci stanno tante cose.

“Tre chili di zucchine? Le prendi anche tu? Perfetto sei chili, per piacere, no, non tutte assieme, tre chili a me e tre alla mia amica!” Siete sorelle?, ironizza il venditore, un ragazzo dai tratti asiatici, gentile nonostante il lavoro frenetico, la gente che si lamenta, che non vuole aspettare il turno, che ordina ad alta voce di scegliere bene la merce sulla quale spicca un grande cartello con la scritta in pennarello rosso: non si tocca.
“Però un po’ di carne per il brodo di Santo Stefano, cosa dici?”

“Mia mamma non ce la faceva mai mancare, anche se erano tempi duri, ma sì dai, prendiamo un bel pezzo di carne magra, mezza gallina, però le facciamo togliere la pelle!”
“Scherzi, la pelle dà sapore al brodo, se gliela togli non c’è gusto. Noi da piccoli dicevamo che il brodo aveva gli occhi, sai tutte quelle palline che emergono sulla pentola piena…”
“Che fame che mi hai fatto venire, senti prendiamo anche i tortellini? Fai no con la testa?, guarda che si trovano anche a poco prezzo!”

“Ma tu hai già preso la pensione? Io sì, con la tredicesima non fanno neanche mille euro, ma insomma, due pacchi di tortellini li posso comprare anch’io”.
“Sì, anch’io ho preso più o meno come te. Facciamo così, andiamo al bar a prenderci il caffè e facciamo un po’ di conti”. Le signore si avviano verso un bar da cui esce un forte odore di fritto, del resto è quasi mezzogiorno e la gente ha fame. Aprono la porta e un uomo anziano come loro le aiuta. “Avete qualcosa per me?” chiede sottovoce? Le due donne si guardano e poi decidono, aprono il portamonete e si privano di un euro, e glielo porgono. L’uomo ringrazia e se ne va.

“Mamma mia, che pena, abbiamo fatto bene ad aiutarlo. Pensa c’è gente che non ha niente!”
“Allora noi siamo fortunate, cosa dici?”
“Mah! Non saprei, ma guarda lì fuori, comprano tutte quelle sciarpe a un euro, sono belle, possiamo fare anche qualche regalo…”
“E le bollette poi come le paghiamo? Tutti dicono alla televisione che siamo diventati più ricchi, ma io sono sempre nella stessa situazione e so che anche tu…”

“A sentirle quelle parole, ti convincono, ti pare di poter comprare questo e quello, mi sono presa anche un etto di parmigiano reggiano quando ho saputo di essere più ricca. E l’ho mangiato subito, da vera sprecona per paura di scoprire che quelle parole non erano vere per gente come noi”:
“Non lamentarti, sai che in fondo al viale vive gente che non ha casa, sono ospiti di una struttura, è gente che non ha più niente, che ha perso tutto, noi in fondo… senti, il caffè non ce l’hanno ancora portato, troppa gente al banco, andiamo via, ce lo facciamo a casa, è più buono e abbiamo risparmiato e dopo facciamo i conti sedute comode con i gatti sulle ginocchia”.

andreina Corso
06/12/2015

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