Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha dichiarato che il suo Paese erigerà una barriera alta 4 metri al confine meridionale con la Serbia, per fermare i flussi di migranti in aumento.
Seppur con un leggero ritardo rispetto a Francia e Germania, anche l’Ungheria ha intuito che se mettesse in pratica lo slogan “costruite ponti non muri”, farebbe l’ingloriosa e ridicola fine dell’Italia.
Solo quando l’uomo che veste di bianco, ma si interessa di verde, riprenderà a fare il suo lavoro, l’Italietta misericordiosa che ha fatto dei clandestini un business per i soliti (pochi) noti (come qualche onlus e cooperative rosse e biancorosse), smetterà di fungere da sentina dell’Africa e terra di conquista dell’isis che avanza.
Gianni Toffali
Verona
Muri e non ponti, per non fare ridicola fine dell’Italia
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