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Mostra del cinema di Venezia 76: si apre con Catherine Deneuve, Juliette Binoche e il “caso Polanski”

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Mostra del cinema di Venezia 76: si apre con Catherine Deneuve, Juliette Binoche e il "caso Polanski"

Mostra del cinema di Venezia 76.: su il sipario in uno stato collettivo di eccitazione popolare che non si vedeva da molti anni a Lido.

Si parte con un ottimo film, lungamente applaudito, La Veritè (Le Verità, dal 3 ottobre in sala) del giapponese Kore-eda Hirokazu, resa dei conti con abbraccio finale tra una madre attrice (Catherine Deneuve) e una figlia (Juliette Binoche) poco vissuta per inseguire il vero amore, quello della recitazione.

Ma anche un film con una polemica forte, incubata da settimane specie in America, e scoppiata alla tradizionale, e di solito noiosa, conferenza stampa delle giurie del festival: la questione gender, ossia la scarsa rappresentazione delle registe nella selezione di Venezia, e il caso Roman Polanski, condannato da tempo in America per lo stupro di una ragazzina, mai perdonato dalla società americana, bannato pure recentemente come membro dell’Academy degli Oscar e di fatto contumace al punto da non poter uscire dalla Francia per non essere estradato in Usa.

Roman Polanski sarà in concorso il 30 agosto con J’Accuse ma, capolavoro come si dice o no, la pellicola crea qualche imbarazzo alla giuria.

La presidente della giuria Lucrecia Martel dopo dichiarazioni che hanno provocato la polemica precisa meglio: “Io non separo l’uomo dall’opera e ho riconosciuto molta umanità nelle precedenti opere di Polanski. Non ho alcun pregiudizio nei confronti del film e naturalmente lo guarderò allo stesso modo di tutti gli altri film del concorso. Se li avessi, mi dimetterei dal mio incarico di presidente della Giuria”.

Il direttore Alberto Barbera, sotto attacco in America, si è ‘giustificato’: “J’Accuse è un film che mi è piaciuto molto. Non sono un giudice, ma un critico cinematografico, il mio lavoro finisce qui”.

Quanto alle poche donne in concorso – la saudita Haifaa Al-Mansour di The Perfect Candidate e l’australiana Shannon Murphy con Babyteeth – l’argentina Martel ha provocato Barbera: ”siamo alla 76/ma edizione del festival perché per due anni non facciamo cinquanta per cento donne e cinquanta per cento uomini e vediamo che succede?”.

Ha replicato Barbera: “Sono contrario all’idea delle quote nella selezione. Unico criterio per me resta la qualità. Certo ci sono ancora pregiudizi verso le donne, ma la situazione sta cambiando velocemente”.

In passerella sul red carpet sfilano il presidente della Corte Costituzionale, il ministro della Cultura Alberto Bonisoli (assente l’atteso ministro Tria), Sandra Milo, il direttore di Cannes Thierry Fremaux, Luca Barbareschi, Toni Servillo, Mario Martone, Daniela Santanche, Andrea Occhipinti, Paolo Del Brocco.

Sul palco la madrina Alessandra Mastronardi, in abito lungo nero, parla della “magia di Venezia”, del cinema come “arte delle prime volte”, della bellezza degli “eroi, a volte imperfetti, dei nostri film”.

Per Catherine Deneuve La Veritè è una buona partenza per conoscere di più la sua personalità: “Ho messo molto di me stessa come donna nell’attrice protagonista della storia” ammette. Interpreta Fabienne, un monumento del cinema francese che riceve la visita della figlia sceneggiatrice Lumir (Juliette Binoche) attrice mancata con cui ha un rapporto a dir poco problematico, in occasione dell’uscita delle sue memorie autobiografiche e mentre è impegnata nelle riprese di un film.

Fabienne, circondata da persone che la amano e la temono, è una madre di fatto anaffettiva, concentrata solo sulla professione e sui suoi ricordi anche dolorosi. “Io la capisco perfettamente questa donna”, aggiunge la Deneuve. La verità e la non verità: ce n’è di più sulla scena o nella vita reale?.

Nel film di Kore-eda è pur sempre Un Affare di Famiglia per citare il titolo con cui nel 2018 il maestro giapponese ha vinto la Palma d’oro a Cannes. L’incontro tra madre e figlia, con la complicità della nipotina Charlotte e del genero attore di serie B (Ethan Hawke), si trasformerà in un confronto sul passato e i risentimenti reciprochi che le avevano allontanate, in una sorta di resa di conti.

Fabienne e Lumir, al culmine delle rivelazioni, finalmente si abbracciano e si commuovono. “Tutta questa emozione sprecata per la vita privata!”, dice Fabienne/Deneuve che chiede al regista di rigirare la scena del film che sta girando per renderla più vera.

(foto: Photocall: LA VÉRITÉ – Juliette Binoche and Catherine Deneuve, Credits La Biennale di Venezia – foto ASAC)

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