Affidare i propri risparmi a improvvisati “broker” può portare a conseguenze nefaste, come è successo a Mira ad alcuni residenti che avevano aderito ad una cosiddetta “cassa peota”, ovvero la raccolta di denaro su base volontaria – molto spesso organizzata a livello “amici del bar”, da affidare ad una persona che si ritiene fidata e che promette di farla fruttare con la redistribuzione poi di una certa plusvalenza.
Il cassiere, però, questa volta è infedele e invece di investire il denaro per farlo fruttare, lo spende per aiutare un parente in difficoltà con il negozio, si sa la crisi economica morde ed i fornitori devono essere pagati. Il denaro, insomma, sparisce.
Per nascondere la malefatta, ne nasce una ancora più grossa: il 55nne mirese inscena una rapina da parte di due malfattori, che lo aggrediscono per strada e si fanno consegnare il denaro della peota.
E così denuncia il fatto ai Carabinieri di Mira, pochi giorni prima di Natale i 18.000 Euro spariscono rubati da due rapinatori, che lo aggrediscono e gli procurano persino ferite con le percosse, medicate al Pronto Soccorso di Dolo.
Già il racconto presenta palesi incongruenze, l’uomo – di fronte a tale aggressione – non chiama l’aiuto di nessuno e non sa descrivere i due aggressori, pur ammettendo che non erano né armati e tantomeno travisati. I sospetti iniziali dei Carabinieri vengono fugati dopo una attenta attività di indagine svolta nelle settimane successive e che ha portato alla ricostruzione della realtà dei fatti. Di fronte alle contestazioni sempre più pressanti, l’uomo crolla e “vuota il sacco”, si è inventato tutto per nascondere la “distrazione” del denaro per fini famigliari.
Invece che l’informativa per il reato di rapina contro ignoti, scatta quindi la denuncia in stato di libertà per simulazione di reato dello sprovveduto, che – come se non bastasse – deve ora rendere conto agli amici del bar dell’ammanco.
30/01/2015