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I medici: “Addome trattabile”, ma era un’occlusione. Operato il giorno dopo, è morto a 12 anni

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Morire a 12 anni. Forse perché quel mal di pancia di cui si lamentava non è stato riconosciuto per quello che era: un’occlusione .

L’operato dei medici verrà ora giudicato da un tribunale. Quello che è certo è che il suo forte mal di pancia era un’occlusione intestinale e solo dopo un giorno di osservazione è stato operato.

Sfortunatamente il ragazzino ha avuto poi una crisi cardiaca mentre era sotto i ferri.

E’ morto così, lunedì pomeriggio, un ragazzo di appena 12 anni che era entrato il giorno prima al Pronto Soccorso dell’ospedale di Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano.

La sua morte ha gettato nella disperazione la famiglia, ma anche i medici. Madre e padre hanno un’altra figlia più grande, in un tragico fine d’anno.

In base a una prima ricostruzione, visto subito da un pediatra e da un medico d’urgenza, lo studente è stato valutato “con addome trattabile”, quindi ritenuto non in pericolo di vita, e trattenuto per valutare le sue condizioni nel corso delle ore.

“Non appariva eccessivamente sensibile al dolore, l’addome non dava indicazioni gravi”, avrebbero sostenuto i primi due specialisti.

Il 30 dicembre, però, i dolori si sono riacutizzati in maniera lancinante e così un terzo medico, un chirurgo, ha deciso di operarlo: all’adolescente è stata asportata una parte dell’intestino, ma purtroppo l’intervento non è servito a salvargli la vita.

Il cuore, sia pur giovane, ha ceduto: sono stati sei gli arresti cardiaci nel corso dell’operazione. L’intestino era in ischemia.

L’intervento, in laparoscopia, si è presentato – è trapelato – immediatamente molto difficile e nonostante tutti gli sforzi dei sanitari l’esito è stato negativo.

Lo staff medico è – viene riferito – in stato di choc. I parenti sono distrutti dal dolore. Con gesto di grande generosità hanno comunque autorizzato la donazione delle cornee.

Intanto la Procura di Lodi ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, mentre il magistrato di turno ha disposto l’autopsia per i prossimi giorni.

La Regione Lombardia ha istituito in tempo reale una “commissione di verifica”: il presidente Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera hanno espresso “cordoglio e vicinanza” alla famiglia.

“Insieme alla Direzione generale Welfare – è stato spiegato – abbiamo incaricato l’Ats Città Metropolitana di Milano di istituire una commissione di verifica, con il compito di analizzare nel dettaglio tutte le procedure cliniche eseguite nei confronti del ragazzo dal suo arrivo in ospedale fino al drammatico decesso”.

“In questo momento di grande sofferenza – affermano Fontana e Gallera – giunga ai genitori di Francesco l’affetto e l’abbraccio della Giunta regionale e di tutti i lombardi, oltre alla gratitudine per la generosità che gli stessi familiari hanno dimostrato autorizzando la donazione delle cornee”.

“Prendo atto positivamente – conclude Gallera – della tempestività con la quale la Direzione strategica dell’Asst di Melegnano e della Martesana ha avviato un percorso di audit interno, i cui primi esiti sembrano evidenziare un drammatico susseguirsi di inattese e gravi complicanze seppur in un contesto di massima attenzione da parte del personale dell’ospedale di Vizzolo Predabissi”.

(foto di archivio)

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