Milan? Ha perso, e di brutto. I rossoneri ritornano sulla terra dopo l’ottima trasferta cinese. Il Bayern, il solito vecchio Bayern, prende conestrema serietà l’impegno, pur con una squadra all’inizio zeppa di rincalzi, e stravince la seconda semifinale dell’Audi Cup.
Il Milan ha perso, ma non solo, è battuto, umiliato, schiacciato dal consueto pressing, dal solito ritmo e dall’abituale aggressività dei bavaresi di rosso vestiti.
3-0 il risultato finale: Bernat nel primo tempo e Goetze e Lewandowski nella ripresa. Ma a dare l’esatta dimensione della disfatta ci sono anche un palo di Hojbjerg, una traversa di Vidal, almeno due clamorose occasioni fallite e un salvataggio miracoloso di Zapata.
Il Milan? non c’era: due tiri fuori dallo specchio della porta. Tutto qua.
Mihajlovic viene da un mese duro di preparazione, questo è vero. Ma è l’atteggiamento di eccessiva l’arrendevolezza dei milanisti che sorprende. Tutto il contrario del carattere di Sinisa che dovrebbe trasferire alla squadra.
L’1-0 con cui le squadre vanno al riposo è un regalone per la banda Mihajlovic. Il Bayern2, con solo quattro titolari in campo dall’inizio che diventano cinque con l’inserimento di Alaba al posto dell’infortunato Kimmich a metà primo tempo, si prende la scena sin dall’inizio.
Guardiola sceglie un 3-5-1-1 in cui Vidal, alla prima da titolare e già dentro gli schemi, gioca tra le linee dietro al figliol prodigo Goetze, impiegato come falso nove. Il Bayern, alla fine, meriterebbe molto di più.
Il Milan non c’è. Sorpreso dalla veemenza tedesca, si chiude con l’unica idea di difendersi dentro l’area senza mai ripartire. Gli attaccanti, Bacca e Luiz Adriano, non tengono un pallone e non danno alla squadra la possibilità di rifiatare; il centrocampo subisce passivo il ritmo ossessivo del Bayern, la difesa trema, barcolla e soltanto alla fine sbraca.
Il clima è contrario e i nervi sono tesi. Nel sottopassaggio, all’intervallo, c’è spazio anche per una lite furiosa. Guardiola se la prende con De Jong, colpevole di aver provocato l’infortunio di Kimmich, giovane talentino prelevato dal Lipsia.
L’olandese reagisce e i due per poco non vengono alle mani.
