Milan di attacco. Quattro uomini davanti, un po’ per tendenza a questa filosofia di gioco, un po’ perchè spinto dalla necessità di utilizzare al meglio le risorse della rosa, ricca di giocatori offensivi, ma avara in questo momento di centrocampisti.
Milan di attacco, anche per compiacere i desiderata del presidente Berlusconi che vorrebbe vedere sempre in campo un Milan propositivo.
Questa sera (San Siro, 20.45) Filippo Inzaghi trova, contro il Chievo degli ex Paloschi, Birsa e Maxi Lopez, la chiave per rispondere a tutte le esigenze.
«Cercherò di mandare in campo sempre quattro punte. Mi piace far divertire i tifosi, sarà difficile che le nostre partite possano finire 0-0».
Inzaghi per l’occasione ritorna al modulo già collaudato, il 4-3-3, arretrando Bonaventura sulla linea dei centrocampisti e lanciando un tridente inedito davanti, ovvero Honda, Torres e Ménez, che dovrebbe farcela dopo l’infiammazione tendinea al ginocchio sinistro sofferta nei giorni precedenti.
El Shaarawy però rimarrà ancora fuori, dopo aver già saltato le precedenti trasferte a Empoli e Cesena.
El Shaarawy sembra soffrire l’esclusione, anche perchè rischia di farlo lasciare fuori anche dalla lista dei convocati azzurri di Conte.
Inzaghi difende la scelta: «A inizio stagione ho schierato la squadra con il 4-3-3 per esaltare le caratteristiche di El Shaarawy. Con la Juve l’ho fatto giocare, a costo di tener fuori Bonaventura. Ha una società e un allenatore che lo apprezzano e sa di essere un talento su cui puntiamo. Ma deve capire che ha la mia stima sia quando ha la casacca da titolare che quando non ce l’ha. Il mio imperativo è scegliere per il bene della squadra».
Roberto Dal Maschio
04/10/2014
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