I sindaci abbandonano il tavolo del prefetto e non si presentano più all’invito per riunirsi al fine di trovare sistemazione ad altri profughi.
Presa di posizione molto decisa quella dei sindaci che ieri mattina, in ben 29 su 44, non si sono presentati all’incontro in prefettura sull’accoglienza dei profughi.
Ieri mattina, a Ca’ Corner, erano infatti presenti “solo” 15 su 44 sindaci (tra cui il sub-commissario Pomponio, per Venezia) della provincia di Venezia.
Cuttaia ce la sta mettendo tutta per convincere i territori ad ulteriori accoglienze, a volte con la carota a volta col bastone (metaforicamente parlando) ma sta diventano oggettivamente sempre più difficile far passare il messaggio che ai migranti inviati dal ministero va trovata ospitalità, punto.
In corso d’opera la conversione dell’ex scuola di Trivignano e dell’ex caserma della polizia provinciale di Altobello e Cuttaia ha inteso sgombrare il campo anche da ipotetiche minacce di terrorismo: “È una cretinata pura pensare che sui barconi ci sia l’Isis — ha continuato —. Quanto avvenuto al Lido con le urla “assassini” è inaccettabile, la sofferenza altrui non va offesa”.
Anche tra i sindaci presenti, in ogni caso, serpeggiava una certa rigidità. Ad eccezione del sindaco di Mira Alvise Maniero che ha dato piena disponibilità all’accoglienza, per il resto c’era molta perplessità.
Il territorio pare ormai “esausto” in termini di risorse e introdurre ulteriori presenze alla ricerca di ulteriori può provocare tensioni sociali. I sindaci, tra l’altro, temono tensioni e proteste dei concittadini che gli si possono rivoltare contro.
Monica Manin
