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“Migliaia oggi sui mezzi senza condizioni di sicurezza”. Lettere

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"Migliaia oggi sui mezzi senza condizioni di sicurezza". Lettere

Quello che era ampiamente prevedibile è successo.

Le migliaia di lavoratrici e lavoratori costretti a muoversi con i mezzi di trasporto pubblico non lo hanno fatto in condizioni di sicurezza.

Le foto che alleghiamo sono odierne, su autobus e traghetti del Veneto.

Tutte le chiacchiere sulla fase 2 mostrano la loro totale inconsistenza.

Le responsabilità di questo sono di chi ha voluto forzare sui tempi di uscita dal lockdown.

Le responsabilità sono del governo, delle società di trasporto che hanno ridotto le corse, delle amministrazioni comunali.

Nelle piccole fabbriche non sindacalizzate ci aspettiamo anche di peggio.

Siamo di fronte alla irresponsabilità e siamo molto preoccupati.

Ma siamo assolutamente determinati a inchiodare anche sul piano della responsabilità penale tutti i soggetti responsabili della mancata applicazione delle leggi che più dei DPCM tutelano la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, delle cittadine e dei cittadini.

Gli sportelli sociali di Rifondazione Comunista sono pronti a raccogliere le denunce.

Rifondazione Comunista
Veneto

"Migliaia oggi sui mezzi senza condizioni di sicurezza". Lettere

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  1. … ma secondo i telegiornali tutto è andato bene senza assembramenti…
    Nessun assembramento nemmeno durante… l’assembramento per le proteste per le quali nutro dubbi sulle relative autorizzazioni, quali: 28 aprile: sindaco e imprenditori in piaza, 4 maggio: da ferrovia e Rialto a piazza San Marco, e persino quella delle mamme per la riapertura scuole…
    Per non parlare di sindaco e noto cantante in piazza fotografati senza mascherina e a distanza ravvicinata il 2 maggio, dando ai cittadiini un eccellente esempio di prevenzione e distanziamento…
    L’ignoranza l’incoscienza a quanto pare a Venezia sono diffusi, e ancora più grave è prestarsi a sporchi giochi a sfondo prettamente politico.
    Sembra che qualcuuno non abbia anocora ben capito che, come sottolineato da virologi ed esperti in tutto il mondo, aprire un mese prima può significare poi fermarsi altri 4 mesi e quindi chiudere definitivamente.
    In Germania appena hanno aperto “tutto in nome della libertà”, sono ripresi i contagi e si è fatta subito marcia indietro.
    Comprendo le difficoltà di “tirare la cinghia”, ma non vorremmo, tra l’altro, essere infettati o morire noi per la “smania” di queste persone di aprire 15 giorni prima…
    In questo caso sarebbe da chiedere loro il risarcimento deli danni!
    La pandemia e la chiusura conseguente colpisce gravemente tutti, anche musicisti, professori, artisti; ma una ricaduta può essere fatale! Spero che queste persone lo capiscano prima che sia troppo tardi…
    Prof. Fabio Mozzatto
    Venezia.

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