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Meningite, i casi in Toscana e il parere dell’esperto

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Meningite, i casi in Toscana e il parere dell'esperto

Il giovane di Bagno a Ripoli ricoverato da nove giorni nel presidio Ospedaliero Santa Maria Annunziata a seguito di infezione da meningococco di tipo C sta lentamente migliorando. Se l’andamento clinico si confermerà presto sarà dimesso e potrà tornare a casa. Lo riferisce in una nota La Usl toscana centro.

La ragazza americana, ricoverata al Santa Maria Nuova da giovedì scorso, sempre per meningite, e trasferita nel reparto di malattie infettive invece è in fase di dimissione. Resta invece stazionario il quadro clinico del paziente di 75 anni di San Miniato ricoverato dal 5 febbraio scorso a Empoli.

La meningite per meningococco del ceppo C (il più aggressivo) è la causa della maggior parte dei casi di meningite registrati negli ultimi mesi in Toscana: un batterio contro il quale è prevista la vaccinazione, da circa dieci anni, per la fascia dei bambini e adolescenti, ma la protezione dei più piccoli ”non è evidentemente bastata a garantire, con un ‘effetto gregge’, anche la protezione di adulti e anziani”.

L’aumento di infezioni in alcune zone della regione è spiegato dal direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss), Gianni Rezza.
Il ceppo C, spiega Rezza, ”è molto virulento e può essere anche causa di setticemie, ovvero di infezioni generalizzate nell’organismo”. Ciò che ”colpisce nella situazione registrata in Toscana – sottolinea l’esperto – è che nonostante l’infezione sia sotto controllo tra i bambini e gli adolescenti, già vaccinati, si continuano invece a registrare casi tra gli adulti e gli anziani”. La ragione di ciò è che ”evidentemente, nonostante con le vaccinazioni si sia creato un ‘argine’ a difesa di bambini e adolescenti, ciò non è bastato a creare un ‘effetto copertura’ anche tra gli adulti e gli anziani, che invece non sono stati vaccinati in passato”.

Per la meningite già nei mesi scorsi, rileva Rezza, ”era stata avviata in Toscana una intensificazione delle vaccinazioni contro il meningococco C, ma sempre nella fascia degli adolescenti, e ciò ha portato buoni risultati dal momento che non si registrano casi di infezione in questa fascia di età”. Ora, con la vaccinazione intensiva decisa oggi al ministero della Salute per le aree della Toscana più colpite, ”si punterà invece ad attuare una maggiore copertura vaccinale proprio tra le fasce di età più adulte, che al momento sono le più a rischio”.

La meningite, spiega l’esperto, è infatti un’infezione che interessa il sistema nervoso, in particolare le meningi che sono il rivestimento, e può essere determinata da virus o batteri: i più aggressivi sono proprio i batteri e, tra questi, il meningococco C e B, lo pneumococco e l’Haemophilus Influentiae di tipo B. Per questo l’obiettivo è dunque quello di arrivare ad un effetto di protezione esteso su tutta la popolazione contro una patologia particolarmente temuta.

La malattia ha una progressione in molti casi rapidissima e dei sintomi che inizialmente assomigliano a quelli dell’influenza prima che se ne verifichino altri, come macchie o rigidità nucale, che arrivano spesso quando è ormai tardi. Fondamentali sono quindi le vaccinazioni: ”A un anno di vita – afferma Rezza – si può effettuare la vaccinazione contro il meningococco di tipo C, in una sola dose anche se è tema di discussione l’opportunità di prevedere dei richiami, e poi, dal 1 gennaio 2014, è possibile effettuare anche quella contro il meningococco B, che è gratis solo in alcune regioni”.

La vaccinazione contro il meningococco C, precisa l’epidemiologo, ”è comunque stata introdotta solo da una decina di anni”. Esistono anche altri ceppi di meningococco, quelli A, W e Y: ”Contro questi ceppi, più diffusi all’estero – conclude Rezza – è possibile effettuare la vaccinazione, facoltativa, durante
l’adolescenza”.

Monica Manin
10/02/2016

(cod meningitos)

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