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Maxi sequestro di marijuana a San Donà. Agente di commercio in carcere

Italiano di 22 anni, residente nel luogo. Più di 6 kg di marijuana in bagagliaio, quasi 10mila euro in tasca.

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I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Donà di Piave hanno proceduto all’arresto di un italiano di 22 anni, residente in città, già noto alle forze dell’ordine, trovato in possesso di un borsone contenente un ingente quantitativo di marijuana.
In particolare il giovane, agente di commercio, è stato sottoposto a controllo poco dopo le 8 di mattina mentre stava per entrare nel proprio ufficio, ubicato in via Calnova del centro cittadino, subito dopo essere stato notato prelevare dal bagagliaio della propria autovettura un voluminoso sacco nero per immondizia.
Il comportamento anomalo dell’uomo ha convinto i militari a procedere alla sua perquisizione.
Nel sacco di plastica è stato trovato occultato un borsone contenente a sua volta sei buste, termosaldate e sottovuoto, con all’interno “marijuana” del peso lordo complessivo di 6,3 kilogrammi mentre in una tasca della giacca sono state trovate due mazzette di denaro per 9.990 euro.
La perquisizione è passata poi al suo ufficio

dove sono stati rinvenuti quasi 2 etti di “marijuana”, 1 etto di “hashish”, quasi 7mila euro in contanti, oltre a bilance elettroniche di precisione, macchine professionali per sottovuoto e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. La perquisizione alla sua abitazione ha avuto invece esito negativo.
Tutto lo stupefacente è stato sequestrato così come il denaro, tutta la strumentazione ed il materiale oltre ad alcuni telefoni cellulari.
Per l’uomo, accusato di traffico e detenzione illeciti di sostanza stupefacente aggravato dall’ingente quantità, si sono aperte le porte del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia così come disposto dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica lagunare, Dottoressa Laura VILLAN.

La droga verrà sottoposta ad analisi ed i militari cercheranno ora di capire qual è il canale utilizzato per l’approvvigionamento della sostanza.
Lo stupefacente, immesso sul mercato al dettaglio, avrebbe fruttato circa 30mila euro.

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