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L’assessore portato in una località segreta. Comunità di immigrati chiamate a raccolta

Dal verbale dei carabinieri: a Massimo Adriatici è partito un colpo accidentale, il marocchino voleva colpire qualcuno con una bottiglia.

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Voghera e le comunità marocchine hanno organizzato una protesta di piazza per chiedere giustizia per Youns El Boussetaoui.
Massimo Adriatici è “affranto e distrutto” per quanto accaduto a Voghera martedì sera.
Un video ha mostrato il marocchino ucciso colpire con un violento pugno l’assessore mentre parla al telefono.
L’assessore colpito cade e proprio in quel momento, fuori dall’inquadratura del video, parte il colpo che uccide il marocchino.
Il proprietario della pistola ha detto al giudice: “Non ricordo esattamente come è partito quel colpo”.
Per gli avvocati Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli, Adriatici, nelle circa tre ore di interrogatorio davanti al gip “ha risposto a tutte le domande”.
Gli avvocati chiariscono: la vittima e l’assessore non avevano mai avuto alcun contatto prima e Adriatici “non ha fatto lo sceriffo, ma l’esatto contrario: ha chiamato le forze dell’ordine”.
Ed è mentre lo stava facendo che El Bossettaoui gli si è avvicinato e gli ha dato “un violento colpo che gli ha procurato una profonda ferita all’arcata sopraciliare“, spaccandogli gli occhiali oltre a causargli “una grande confusione” che non gli consente di ricordare con esattezza “come è partito quel colpo”.
“Certo è – hanno affermato – che Adriatici non ha causato nessuna lite” e lo testimonia anche la relazione del poliziotto che ha ricevuto la sua telefonata in cui chiedeva l’intervento delle Forze dell’Ordine.
Per quanto riguarda la pistola con il colpo in canna, i legali hanno ricordato che il porto d’armi gli era stato concesso per difesa personale in seguito a minacce legate alla sua attuale attività professionale ma anche a quella precedente di poliziotto in cui aveva portato a termine “operazioni che avevano lasciato il segno”.
Precisano anche che la Beretta semiautomatica calibro 22 in suo possesso è un’arma piccola che non richiede una forte pressione sul grilletto per sparare.
Si va dunque ridimensionando la ricostruzione fatta negli attimi concitati successivi alla tragedia in cui i social raccontavano, in buona sostanza: “Assessore leghista spara a extracomunitario…”.

Ora il gip di Pavia ha confermato i domiciliari per l’assessore.
Domiciliari non però a casa sua ma in una località segreta, dal momento che un esponente dell’estrema destra vogherese ha pensato di postare le immagini della sua abitazione, paventando incidenti (che non ci sono stati) nel corso di una manifestazione per chiedere giustizia per l’immigrato.
il giudice ha sottolineato “…che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni”.
Eccesso colposo di legittima difesa, dunque, perché l’azione compiuta dall’avvocato ed ex poliziotto “appare decisamente spropositata a fronte di un uomo che lo stava aggredendo disarmato”.
Il giudice sottolinea appunto quella “consapevolezza qualificata che si deve richiedere a un uomo con la professionalità dell’indagato per anni nelle forze dell’ordine ed esperto penalista, istruttore delle forze dell’ordine, esperienza in base alla quale l’uomo avrebbe dovuto essere in grado di discernere il rischio effettivamente corso e i valori che era chiamato a bilanciare in tale situazione”.

Massimo Adriatici e Youns El Boussetaoui: il rapporto dei carabinieri intervenuti.

Il verbale del suo arresto, redatto dai carabinieri, ha fotografato ciò che è accaduto:
alle 22 :15 di martedì una pattuglia è inviata al bar Ligure in piazza Meardi “ove era stata segnalata la presenza di un cittadino straniero che stava arrecando disturbo agli avventori”.
“Gli operanti sopraggiunti – è la relazione – sono stati avvicinati da Adriatici il quale ha riferito che poco prima era stato aggredito da un cittadino straniero, precisamente mentre era intento a comunicare telefonicamente con personale delle forze di polizia”.
L’uomo si era avvicinato con fare minaccioso, nonostante Adriatici avesse estratto una pistola, e aveva esclamato “Stai chiamando gli sbirri’, colpendolo e facendolo cadere.
Adriatici aveva detto ai militari che a quel punto “era partito accidentalmente un colpo dalla propria pistola”.

C’è poi il racconto dei testimoni:
El Boussetaoui “in altre situazioni” a un uomo era apparso “gentile” ma quella sera era “visibilmente alterato tanto da inveire” contro il teste e il suo cane.
Alla sua reazione “aveva proseguito nell’insultarlo affermando: ‘Tanto siamo tutti cani'”.
Poiché brandiva una bottiglia “con l’intento di colpire qualcuno” il teste si era allontanato e aveva visto un uomo che telefonava (che poi era Adriatici, ndr).
L’assessore, colpito al volto, “visto che il suo aggressore si avvicinava nuovamente, forse nell’intento di proseguire a colpirlo, estraeva una pistola e faceva fuoco verso il cittadino nordafricano”.

C’è poi un terzo testimone, le cui dichiarazioni non collimano con quelle degli altri.
Quest’ultimo racconta di come l’assessore avrebbe teso il braccio sparando, secondo la testimonianza raccolta dai legali della famiglia della vittima, “prendendo la mira”.
Il medico legale, dopo l’autopsia, formula due ipotesi: l’una compatibile “con la versione fornita dall’indagato al pm, con entrambi i soggetti in piedi, ossia con l’ipotesi accidentale del colpo esploso mentre Adriatici cadeva per la manata ricevuta”.
L’altra compatibile con il racconto di due testimoni, con l’assessore “sdraiato a terra e l’aggressore fortemente chinato verso di lui”.
Ulteriore chiarezza verrà dall’analisi che il pm Roberto Valli ha affidato a un ingegnere informatico per migliorare la qualità del video di una telecamera di sorveglianza che riprende la colluttazione e l’immigrato che si accascia al suolo, ma non il momento dello sparo.


 

La protesta che ha impaurito Voghera.

Intanto ha avuto luogo la manifestazione di protesta organizzata dalla ‘piazza’.
“Assassino”, “assassino” è l’urlo che riecheggia durante tutta la manifestazione.
C’è molta Voghera, ma non solo, per chiedere giustizia per Youns El Boussetaoui, il trentottenne marocchino ucciso in piazza da un colpo partito dalla pistola dell’assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici.
“Assassino” urlano i membri delle comunità africane non solo del Pavese ma anche di altre province, insieme ad altre comunità di immigrati, agli esponenti della rete antifascista, di Nsi-Noi siamo idee.
Urlano perché non si accontentano dell’imputazione di eccesso di legittima difesa per l’esponente della Lega.
Urlano perché non accettano che non sia in carcere ma ai domiciliari, anche se, in realtà è stato spostato in una località segreta.

Youns è stato “ammazzato, sparato al cuore” ripete Bahija, la sorella del trentottenne ucciso.
Urlano e inveiscono i manifestanti anche contro la Lega con frasi del tipo ‘Salvini difende gli assassini’ e ‘Via la Lega da Voghera’.
E arrivano, in un gruppetto, alla spicciolata, dopo che la polizia aveva impedito al corteo di proseguire, a urlare ‘assassino’ anche davanti al Comune.
Senza gli incidenti temuti dal sindaco Paola Garlaschelli che aveva invitato i commercianti a chiudere durante la manifestazione ed effettivamente la maggior parte ha abbassato le saracinesche.

Ma la protesta e il botta e risposta non sono rimasti solo nella cittadina del Pavese dove Garlaschelli ha rotto il silenzio per difendere l’assessore alla Sicurezza, “persona stimata e rispettata in città di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi”.
La prima cittadina ha anche chiesto di spegnere “le ostilità” in una città “ferita” e vittima della “strumentalizzazione mediatica”.
Un appello che sembra essere caduto nel vuoto, almeno a giudicare dalle dichiarazioni dei politici.

Il Pd ha presentato una proposta di legge per una stretta dei controlli sulla detenzione di armi mentre il segretario della Lega Matteo Salvini si dice convinto che “se a Voghera quel signore che purtroppo è morto fosse stato espulso dopo i reati che aveva commesso, come avrebbe dovuto essere, oggi piangeremmo una vittima di meno”.

L’attacco del centrosinistra (che con il dem Emanuele Fiano e l’ex presidente della Camera Laura Boldrini parla di Far west) è rivolto però anche all’assessore leghista Francesca Miracca per le parole riportate dal Foglio sulla manifestazione in programma oggi pomeriggio (“domani spariamo davvero, mi sa: assoldo i miei operai e scendiamo noi in piazza”).
Lei su Facebook spiega che “tutto quanto scritto è frutto di strumentalizzazione da parte dei media”. “Voghera – assicura il sindaco – è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo. E’ una città moderata e accogliente”.

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