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Marco Toso Borella, “Ars in Mars, Ars in Ares” alla vetreria Mazzega di Murano

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Marco Toso Borella, "Ars in Mars, Ars in Ares" alla vetreria Mazzega di Murano

Vetro e Murano: un connubio millenario, che unisce luogo, persone e materia, fino a far diventare elementi separati tutt’uno. Meraviglioso sinonimo: Murano è l’Arte del Vetro. L’Arte del Vetro è a Murano. E Murano diviene pianeta sconosciuto agli “alieni”. Murano è Marte.

L’artista muranese Marco Toso Borella anche quest’anno alla manifestazione Venice Glass Week, in programma a Murano dal 5 al 13 settembre, con una mostra personale che racconta tutte le molteplici sfaccettature della sua arte. Protagonista assoluto, tra tutti, il vetro che l’artista, pittore di professione, usa come tela tridimensionale per i suoi dipinti, liberando l’arte dalla materia prima “vetro di Murano”. Ma anche la scrittura, con la presentazione della sua ultima pubblicazione “#FASE ZERO. La verità su Venezia in 9 capitoli”, una sinfonia letteraria, un pamplet politico tagliente e disincantato sulla Venezia post-covid. Non può mancare la musica, dal momento che Toso Borella è il direttore del coro più numeroso d’Italia, la veneziana Big Vocal Orchestra, e dei Vocal Skyline formazione corale di giovani che si esibirà all’evento di chiusura della manifestazione nel chiostro del Museo del Vetro.

La mostra, dal titolo evocativo “ARS IN MARS, ARS IN ARES” è ospitata dalla vetreria artistica Mazzega di Murano, dove l’artista ha anche il suo atelier e sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 17.

Marco Toso Borella sa essere poliedrico nel far partecipare gli altri della sua arte. È pittore, narratore, musicista, ricercatore storico, attore. Ruoli non certo interpretati in modo marginale, amatoriale, insufficiente, ma fatti emergere al meglio delle possibilità che ciascun campo artistico sa e può offrire, raggiungendo nelle varie interpretazioni il massimo risultato di realizzazione personale e di partecipazione emotiva del pubblico. Un artista rinascimentale, una sorta di marziano, che combatte ogni giorno. Marco Toso Borella è Ares.

“ARS IN MARS, ARS IN ARES – spiega l’artista – è il tentativo di fare interagire in una sola location i diversi ruoli che interpreto come artista e i diversi ruoli anche di questa isola, unici nel loro genere, serbatoio pressoché infinito da cui attingere per dissetare i bisogni di una società sempre più specificata, frammentata, settoriale, monoreferente. Dove lo strumento si arroga d’avere il ruolo di esecutore, dove la forma o la firma divengono sostanza, dove il mezzo ghettizza, dove il sapere isola se stessi e gli altri”. Nel contesto di “Venice Glass Week” il vetro diviene solamente fantastica tela, poetico schermo, trasparente supporto. Io non accetto che il vetro trasformi l’artista in mero ripetitore di gesti carichi di secoli di storia, di responsabilità, di pigrizia creativa. Preferisco spacchettare il vetro dalle teche della memoria, liberando l’artista dalla materia per lasciare spazio solo all’arte più pura”.

La tecnica artistica usata da Marco Toso Borella è il Graffito su foglia d’oro applicata su vetro, incisa con punte di diverso diametro, dipinta con smalti e infine ricotta. Un’arte antica che appartiene alla storia della sua famiglia da secoli. Le opere sono tutte pezzi unici, frutto di un’originale elaborazione artistica, che porta a convivere un concetto contemporaneo con una tecnica millenaria. In questi mesi l’artista è al lavoro per la realizzazione di un’imponente opera in vetro di Murano destinata al Giappone, 20 piastre di vetro (50×70 cm) decorate a graffito su oro e smalti, che riproducono un’antica favola giapponese (info in ALLEGATO). Sempre a Murano, nella Basilica dei Santi Maria e Donato è esposta una sua Via Crucis di Vetro, l’unica al mondo realizzata su vetro di Murano, visitabile gratuitamente. Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia l’ha personalmente scelta per illustrare la sua pubblicazione “La sapienza della Croce”.

“Fare Arte a Murano, oggi, non è più creare in un’isola fisica e spirituale, ma in un pianeta alieno, estraneo ad ogni realtà consumistica. Perché fare Arte su vetro, oggi, è combattere per gli uomini contro gli elementi. Come Ares, il dio della guerra. Da soli. In attesa, forse, di nuovi alieni, di altri pianeti. In attesa, forse, solo di noi stessi”.

Marco Toso Borella

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