Riducevano in schiavitù dei connazionali bengalesi costringendoli a lavorare per oltre 12 ore nei campi senza mai un giorno di riposo.
Sono scattate questa mattina all’alba da parte dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato Lavoro di Venezia con i militari del Comando Provinciale per una coppia di coniugi del Bangladesh, titolari di una impresa agricola nel veneziano, le manette in seguito ad un ordine di custodia cautelare emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia della Procura di Venezia.
I due sono accusati anche di minaccia aggravata nei confronti dei lavoratori e favoreggiamento della permanenza in Italia di persone senza permesso.
Secondo quanto ricostruito dall’indagine condotta dai militari dell’Arma i dipendenti della coppia del Bangladesh, oltre a essere sfruttati nei pesanti lavori agricoli anche per oltre 12 ore senza alcuna pausa né giorni di riposo, venivano costretti ad alloggiare in fatiscenti strutture attigue ai campi di lavoro e continuamente sottoposti a vessazioni e minacce, senza ricevere alcuna retribuzione con il pretesto che veniva loro comunque fornito vitto e alloggio.
I carabinieri all’alba di oggi si sono presentati nell’impresa agricola della coppia straniera ed hanno fatto scattare le manette per la donna e per l’uomo.
Entrambi si trovano nel carcere di Santa Maria Maggiore e in quello femminile della Giudecca e domani verranno interrogati dal gip per l’interrogatorio di garanzia.
Un sistema di ricatto, quello messo in atto dai due bengalesi, che sembra non possa essere un episodio isolato e che ha già avuto degli esempi simili in passato.