La morte di Davide Bristot, di soli 18 anni, prima di tutto è una tragedia. Di quelle che fanno talmente male da non riuscire a trovare una logica. Poi, secondariamente, è un mistero: un ragazzo appena maggiorenne non dovrebbe morire mai, ancor meno se viene poco prima visitato in un ospedale.
Sono tanti ancora gli interrogativi sul tavolo ed alcuni di essi inevitabilmente riguardano l’operato di chi è deputato all’assistenza medica.
Davide Bristot, 18 anni, di Sedico, si lamentava di un incessante mal di testa già da un paio di giorni.
Martedì scorso erano comparsi anche attacchi di vomito, dunque i genitori l’hanno portato al pronto soccorso di Belluno.
Qui il medico l’ha visitato e poi lo ha dimesso.
Il mattino seguente, mercoledì, Davide non si è più svegliato.
A trovarlo esanime nel letto è stata la mamma che ha dato l’allarme entrando contemporaneamente in uno stato di sofferenza straziante, così come il resto della famiglia, al punto che è persino difficile da immaginare.
E ritorna, pesantissimo, l’interrogativo iniziale: come si può morire a 18 anni dopo una visita in ospedale?
Alcune risposte arriveranno dall’autopsia fissata per lunedì.
Nel frattempo la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Davide aveva cominciato a stare male domenica. Un malessere generale, secondo quanto appreso, e un brutto mal di testa.
Sintomi che il ragazzo ha cercato di tenere a bada fino a martedì sera quando, in pizzeria con amici, ha dovuto andare in bagno a vomitare.
L’attacco di vomito si è poi ripetuto, tanto da convincere i genitori di doverlo portare in ospedale.
Il medico di turno, secondo quanto viene riferito, avrebbe ritenuto che non ci fosse niente di grave, così il ragazzo, con la sua famiglia, è tornato a casa.
Davide quella stessa notte è deceduto.
Il diciottenne viene descritto come un ragazzo sano e privo di patologie. Aveva frequentato la quarta e giocava a volley.
Ai medici legali, e soprattutto alla Procura, ora il compito di dire cos’è accaduto.
Mi sembra che la premessa sia chiara e il fatto che venga omesso il dato da parte dalla stampa rende la premessa stessa più che pertinente
La libertà di espressione e la libertà di stampa sono garantite dalla costituzione italiana, leggo su Wikipedia. A che posto è l’Itaglia nella lista? Reporter senza Frontiere conferma il nostro Paese al 44° posto. Dopo queste premesse, chiedo, perchè solo una manciata di giornali tra le decine di quelli che riportano questa notizia di cronaca, viene scritto che era stato vaccinato? A sapero….
Non capisco né la premessa né la conclusione. Intuisco il no vax, più che altro dal modo in cui, ahinoi, ha scritto il nome del nostro paese. Fa riflettere, fa proprio riflettere la “cultura” No vax. Tremendo!